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Il caso Open Arms torna a far parlare con una svolta inattesa: è stato presentato un ricorso in Cassazione contro l’assoluzione di Matteo Salvini, accusato di aver ostacolato le operazioni di soccorso dei migranti a bordo della nave. Dopo anni di polemiche, dibattiti infuocati e processi, la partita giudiziaria sembra tutt’altro che chiusa, e ora l’attenzione si sposta sull’ultimo grado di giudizio, dove potrebbe arrivare una decisione decisiva per il destino politico e legale del ministro.
Il caso Open Arms ha avuto inizio nell’agosto del 2019, quando la nave della ONG spagnola soccorse 147 migranti nel Mediterraneo centrale. Nonostante le richieste di sbarco, l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, impedì l’ingresso della nave nelle acque italiane, portando a una situazione di stallo che durò 19 giorni. Durante questo periodo, alcuni migranti si gettarono in mare per protestare contro le condizioni a bordo. Alla fine, l’intervento del procuratore di Agrigento permise lo sbarco dei migranti.
Nel dicembre scorso, il Tribunale di Palermo ha assolto Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, motivando la decisione con l’assenza di un obbligo giuridico per l’Italia di fornire un porto sicuro, poiché la nave batteva bandiera spagnola e le operazioni di salvataggio erano avvenute in zone SAR non italiane.
Processo Open Arms, il ricorso che potrebbe cambiare il destino di Matteo Salvini
La Procura di Palermo ha formalmente impugnato la sentenza che lo scorso dicembre ha assolto Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nel caso Open Arms. Il ricorso, presentato direttamente in Corte di Cassazione, mira a bypassare il giudizio di appello, accelerando così l’esame del caso da parte della massima corte italiana.
Il ministro era stato assolto “perché il fatto non sussiste” dopo una lunga camera di consiglio durata otto ore, ma ora la Procura contesta questa decisione e richiede una revisione del verdetto.
Ricorso “per saltum”: la Procura punta a una pronuncia definitiva in Cassazione
Il ricorso depositato dalla Procura di Palermo si configura come un “ricorso per saltum”, uno strumento che permette di evitare il passaggio in appello e di chiedere direttamente una sentenza da parte della Corte di Cassazione.
I magistrati sostengono che la sentenza di assoluzione, pur riconoscendo i fatti, abbia interpretato in modo errato le norme e le convenzioni internazionali, affermando che l’Italia non avesse obblighi nei confronti della nave Open Arms riguardo al porto sicuro. Per questa ragione, i pm ritengono superfluo un nuovo processo d’appello e puntano a un pronunciamento definitivo da parte della Suprema Corte.