La vicenda della cosiddetta “famiglia nel bosco” torna sotto i riflettori, tra tensioni giudiziarie e attenzione diplomatica internazionale. Tre bambini, temporaneamente allontanati dai genitori, vivono in una casa famiglia in Abruzzo mentre si attende una decisione chiave del Tribunale per i minorenni. Allo stesso tempo, i genitori avrebbero manifestato l’intenzione di lasciare l’Italia, aggiungendo un nuovo elemento di complessità a una storia già sotto osservazione internazionale.
Famiglia nel bosco, collaborazione e attesa: i genitori puntano al ricongiungimento dei figli
Sul fronte legale, i genitori dei bambini stanno cercando di facilitare il ricongiungimento con i figli. Danila Solinas, una dei legali della famiglia, ha sottolineato che “Catherine e Nathan stanno dimostrando la più totale collaborazione” e che sono pronti a rivedere alcune posizioni per favorire il ritorno dei bambini. La permanenza dei minori nella struttura di Vasto, iniziata venti giorni fa, è regolata da visite limitate, principalmente durante i pasti.
La tutrice, Maria Luisa Palladino, ha spiegato che si “sta tentando di prorogare” la permanenza nella struttura solo per discutere con i genitori l’obbligo scolastico previsto dalla legge italiana, insieme ad altri fattori come la salute e la socializzazione dei minori, elementi che hanno motivato l’ordinanza di allontanamento. L’avvocata Solinas ha chiarito che “non ci sono piani B, piani C” e ha espresso fiducia nel fatto che il ricongiungimento sia imminente, evidenziando come la collaborazione mostrata dai genitori potrebbe influenzare positivamente la decisione del tribunale.
Famiglia nel bosco pronta a lasciare l’Italia? Gli ultimi sviluppi
Presso la casa famiglia di Vasto, dove i tre bambini sono stati temporaneamente collocati, la presenza della vice console australiana introduce un nuovo livello di attenzione internazionale. Come riportato da Leggo, la diplomatica incontra i minori, i genitori Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, i loro legali, la curatrice speciale, la tutrice e la garante regionale per l’infanzia, sottolineando come la vicenda non sia più soltanto una questione interna alle autorità italiane.
Come spiegato da fonti legali, la diplomazia del Paese d’origine tende “spesso a monitorare, a intervenire, a talvolta orientare il dialogo con le autorità locali”, quando sono coinvolti minori con doppia cittadinanza.
L’incontro, oltre a creare nuove dinamiche, concentra l’attenzione sul futuro immediato dei bambini. La madre, pur vivendo nello stesso edificio dei figli, continua a essere separata da loro, un paradosso che aumenta la tensione emotiva. L’udienza del 16 dicembre presso la Corte d’Appello dell’Aquila è considerata decisiva per il destino dei tre fratelli, mentre il Tribunale per i minorenni non ha ancora sciolto la riserva sull’eventuale revoca dell’allontanamento.