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Il caso di revenge porn che ha coinvolto Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, ha recentemente attirato l’attenzione mediatica. La situazione si è evoluta con la decisione della giudice Maria Beatrice Parati, che ha ritenuto congruo un risarcimento di 25mila euro per la giovane donna che lo aveva denunciato.
La vicenda ha preso piede dopo le denunce della giovane, che avevano inizialmente incluso anche un’accusa di violenza sessuale. Tuttavia, quest’ultima accusa è stata archiviata nei mesi scorsi, portando così alla chiusura del caso di revenge porn.
La decisione del giudice e il risarcimento
Nell’udienza recente, il giudice ha dichiarato estinto il reato di revenge porn nei confronti di La Russa jr. La cifra di risarcimento è stata considerata adeguata grazie anche a una lettera in cui il giovane si scusava per quanto accaduto, esprimendo il desiderio di parlare con la ragazza per chiarire la situazione.
Reazioni della vittima
Nonostante la decisione, la giovane ha comunicato attraverso il suo avvocato, Stefano Benvenuto, che non accetterà il risarcimento. Ha dichiarato: “25mila euro sono troppo pochi” e ha manifestato l’intenzione di impugnare la sentenza riguardante la congruità del risarcimento.
Le conseguenze per Tommaso Gilardoni
Un altro protagonista di questa vicenda è Tommaso Gilardoni, amico di La Russa jr, che è stato condannato a un anno di reclusione per il reato di diffusione illecita di immagini. Gilardoni, secondo le accuse, avrebbe condiviso un video della giovane senza il suo consenso. La sua pena è stata sospesa e ha effettuato la scelta del rito abbreviato.
Il contesto del reato e la difesa di La Russa jr
Nel corso del processo, è emerso che La Russa jr aveva inizialmente girato il video in questione, per poi condividerlo con Gilardoni, che si trovava a casa sua. La difesa di La Russa ha sempre sostenuto che vi fosse stata consensualità nei rapporti, cercando di dimostrare l’assenza di volontà offensiva. Questo aspetto è stato ribadito anche nella lettera presentata dal suo legale, che ha sottolineato l’importanza di un percorso di giustizia riparativa.
Il legale della giovane, però, ha contestato la congruità della cifra proposta come risarcimento, affermando che la somma non è sufficiente a coprire i danni morali e relazionali subiti dalla sua assistita. Ha citato l’Osservatorio civile, che stabilisce che i risarcimenti per simili reati dovrebbero superare i 50mila euro.
Il caso di La Russa jr e le sue implicazioni
Il caso di La Russa jr rappresenta un esempio complesso di come i reati legati al revenge porn vengano trattati dalla giustizia italiana. La decisione della giudice ha portato a una chiusura del procedimento per La Russa, ma la giovane vittima ha intenzione di continuare a lottare per ottenere un risarcimento che ritiene equo.
Questo episodio mette in luce l’importanza di affrontare con serietà e attenzione le problematiche legate alla diffusione non consensuale di immagini intime, un fenomeno sempre più diffuso nella società contemporanea.