Rodi, Palazzo del Gran Maestro dei Cavalieri: un castello medievale trasformato in un museo

Il Palazzo del Gran Maestro dei Cavalieri di Rodi è un castello del XIV secolo costruito dai Cavalieri di San Giovanni, oggi sede di un raffinato museo

Collocato al termine di Via dei Cavalieri, nel punto più alto della città medievale, il Palazzo del Gran Maestro dei Cavalieri di Rodi è un castello del XIV secolo costruito dai Cavalieri di Rodi.

Fu edificato al posto di una fortezza bizantina del VII secolo. Si tratta di un edificio quadrangolare, progettato intorno a un ampio cortile con torri impressionanti, pareti massicce ed elaborati elementi di decoro.

Dal primo quarto del XIV secolo, i Cavalieri di San Giovanni, un’organizzazione militare cristiana che ha governato l’isola dal 1309 al 1522, hanno apportato numerose modifiche al palazzo. Essi hanno inoltre convertito la cittadella bizantina in un centro amministrativo. Ne hanno poi fatto la residenza Del Gran Maestro. Dopo la conquista dell’isola da parte degli Ottomani nel XVI secolo, il castello venne utilizzato come fortezza e come centro di comando.

Rimase invariato fino al 1856, quando un’esplosione di munizioni nel seminterrato della vicina chiesa di San Giovanni distrusse quasi completamente il palazzo.

Come una “fortezza nella fortezza”, il palazzo era quindi il cuore nevralgico del “Collachium”. Ovvero del quartiere dei Cavalieri, ma anche estremo rifugio per la popolazione cittadina nei momenti di pericolo.

Di grande impatto è il portale maggiore, con due torri gemelle sporgenti e pianta a ferro di cavallo. Il blasone delll’ingresso principale è del gran maestro Hélion de Villeneuve, che rimase in carica dal 1319 al 1346. Altre torri e spalti merlati lungo il perimetro dell’edificio erano organizzati in modo da poter resistere a un attacco nemico. Anche nel caso si verificassero varchi nelle mura.

All’inizio del XX secolo, durante gli anni dell’occupazione italiana dell’arcipelago Dodecaneso, furono effettuati interventi di restauro piuttosto estesi. Tra il 1937 e il 1940, l’architetto italiano Vittorio Mesturino ricostruì il luogo. A quel punto il palazzo divenne residenza per il re Vittorio Emanuele III. E più tardi anche del dittatore Benito Mussolini.

Rodi, il castello come museo

Negli anni Cinquanta, quando l’isola di Rodi era ormai unificata con la Grecia, il governo greco trasformò il palazzo in un museo.

All’interno dell’edificio sono presenti oltre 150 camere interne, delle quali solo 24 sono aperte ai visitatori. Molte di queste sale vengono utilizzate come sedi di mostre. Qui è inoltre possibile conoscere la storia di Rodi. Ma anche apprezzare una ricca collezione di gioielli del XVI e XVII secolo, oltre a opere di artigianato, armi, libri e dipinti.

Nella cosiddetta Sala di Laocoonte troneggia una splendida copia del Gruppo del Laocoonte. La statua originale, conservata in Vaticano, fu scolpita probabilmente proprio a Rodi. La vicina Sala della Medusa presenta invece un mosaico ellenico con la testa della gorgone, vasi cinesi e islamici. La seconda sala a volta, che era l’ufficio del governatore, è pavimentata con un mosaico paleocristiano del V secolo, proveniente da Kos.

Al piano terra i visitatori possono visitare la Grande Sala d’Attesa e la Sala della Musica. C’è inoltre una spettacolare scala che conduce al primo piano. Qui hanno collocazione diverse sale, come la Sala del Consiglio e la sala da pranzo dei Cavalieri di San Giovanni. Ai visitatori è anche permesso di poter sbriciare all’interno delle camere private del Gran Maestro, comunemente note come Margaritae.