Salvini querela Saviano: "Quando è troppo, è troppo"

Il ministro ha denunciato lo scrittore per "diffamazione a mezzo stampa". Saviano scrive: "Vi chiedo di essere con in me in questa battaglia".

Matteo Salvini ha querelato Roberto Saviano per diffamazione a mezzo stampa.

E’ stato lo stesso ministro dell’Interno ad annunciarlo, tramite un post Facebook: “Ho querelato Saviano, come promesso. Accetto ogni critica, ma non permetto a nessuno di dire che io aiuto la mafia, una m…a che combatto con tutte le mie forze, o di dire che sono felice se muore un bambino. Quando è troppo, è troppo. Baci”. Negli ultimi due giorni, si è consumato l’ennesimo scontro a distanza tra il vicepremier e lo scrittore; dopo la dura discussione sulla possibilità di revocare la scorta a Saviano, è nata una disputa, dai toni altrettanto aspri, sulla gestione della questione migratoria.

La conferma della querela arriva dal ministro; i contenuti della denuncia sono stati pubblicati dal giornale Huffington Post.

Salvini querela Saviano

Alessandro De Angelis, vicedirettore dell’Huffington Post, dà la notizia della querela; la denuncia è stata presentata su carta intestata del Viminale e dal ministro dell’Interno, non- si badi- da ‘Matteo Salvini’. Il quotidiano la riporta interamente, notando che, pur essendo stata presentata giovedì 19 luglio, si legge la data del 20 luglio.

Un errore, spiega De Angelis. Il documento di Salvini allega post e interviste che, secondo il ministro, superano il legittimo diritto di critica. Dopo che il ministro ha ventilato l’ipotesi di togliere la scorta a Saviano, lo scrittore ha usato l’espressione “ministro della malavita”. Quelle parole, secondo Salvini, adombrano “l’ipotesi che gli venga tolta la scorta come ritorsione politica”, si legge nella querela. In merito a un video di Saviano, in cui lo scrittore afferma che Salvini “da codardo non ha detto niente contro la ‘ndrangheta e non ricorda i legami tra Lega Nord e ‘ndrangheta”, il vicepremier contesta: la frase genera “la convinzione che il ministro dell’Interno, anziché combattere la malavita organizzata, scenda a scellerati patti con la criminalità organizzata stessa, calpestando così i propri compiti istituzionali”.

Inoltre- si legge sempre nella querela presentata da Salvini- tutto ciò avviene in mancanza di “qualsivoglia indice che denoti la sussistenza di patti tra il ministero dell’Interno e la ‘ndrangheta”. Insomma sarebbe lesa, secondo il segretario del Carroccio, l’immagine stessa del Viminale.

La reazione di Saviano

Roberto Saviano ha pubblicato, nella serata di giovedì 19 luglio, un post Facebook in cui commenta la querela di Salvini. “Il ministro della Mala Vita si è deciso a querelarmi”, scrive Saviano che afferma di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Lo scrittore perciò non conosce ancora il nome del magistrato che seguirà il caso ma, non appena lo saprà, Saviano afferma di voler essere interrogato.

“Oggi non bisogna arretrare di un passo davanti a un potere che ha il terrore (…) di chi ogni giorno afferma con forza che incutere paura è l’arma nelle mani di chi vuole restringere le libertà personali. Non l’ho mai fatto- continua il post- ma vi chiedo di essere oggi con me in questa battaglia: dietro l’angolo c’è la Russia di Vladimir Putin, modello del ministro della Mala Vita che, come è noto, ha spesso portato alle estreme conseguenze il contrasto al dissenso”.