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Shameless: frasi più belle della serie

Shameless

Giunta alla settima stagione, Shameless è la serie cult creata da John Wells con William H. Macy: una vera miniera di battute memorabili. Vediamone alcune.

Shameless: opening scene

Interno giorno. Un’inquadratura ad altezza pavimento, o poco più alta – tatami shot lo chiamerebbero in Giappone, a richiamare la classica stuoia in paglia o bambù con cui nel paese del Sol Levante si usa coprire il pavimento – riprende il piccolo bagno di una casa (apparentemente) borghese, sul cui pavimento è riverso un uomo. È Frank Gallagher debosciato patriarca di una famiglia iper-disfunzionale del Southside di Chicago (il luogo più pericoloso d’America, che nel corso della Guerra del Golfo ha fatto registrare più morti dei soldati USA in Iraq), narcisista, cinico, autodistruttivo e soprattutto alcolizzato all’ultimo stadio, anima (nera) e motore (ingolfato) di Shameless, la serie americana creata da John Wells (a partire dall’omonima serie britannica) e giunta ormai – trionfalmente – alla settima stagione (in Italia va in onda su Premium Stories in pay e Italia 2 in chiaro, mentre negli Stati Uniti la trasmette Showtime).

Shameless: i personaggi

E mentre le note sbilenche di The Luck You Got dei The Hung Strung scivolano via, nel bagno si avvicendano i vari personaggi di Shameless: dopo l’esanime Frank (interpretato da un monumentale William H. Macy), arrivano i sei figli di costui, a partire dalla primogenita – in realtà secondogenita, ma questo si scoprirà solo più avanti – Fiona (Emmy Rossum), il teppista in erba Carl (Ethan Cutkosky), il problematico Ian che più avanti si scoprirà gay e maniaco-depressivo (Cameron Monaghan), il genio ribelle Lip (Jeremy Allen White), la dolce e ingenua Debbie (Emma Kenney) e il piccolo meticcio di casa Liam (interpretato a turno dai gemelli Brennan Kane Johnson e Blake Alexander Johnson), oltre ai vicini di casa e migliori amici di Fiona, Veronica (Shanola Hampton) e Kevin (Steve Howey).

Shameless: cosa racconta

Questo piccolo nucleo über-familiare è al centro delle vicende di Shameless; vicende che si muovono tra il tragico, il comico e il patetico, fra sitcom e soap opera. Un po’ Party of Five (anche lì c’era una famiglia di fratelli abbandonata dai genitori, in quel caso causa morte di entrambi), un po’ I Griffin. Mescolando diversi registri con una brillantezza che raramente si riesce a rilevare, anche nelle serie migliori. Brillantezza che si riversa anche nei dialoghi della serie (che hanno fatto di Shameless un autentico giacimento di battute memorabili), di cui nelle righe che seguono troviamo un emblematico estratto.

Shameless: frasi più belle

– Nessuno dice che il nostro quartiere è il giardino dell’Eden, anzi per qualcuno Dio lo evita come l’acqua bollente. Ma è stata una buona casa per noi, per me e i miei figli, che sono il mio orgoglio. Perchèé ognuno di loro mi ricorda qualcosa di me. (Frank introduce i suoi familiari nell’episodio 1 della stagione 1)

– Frank non ha amici, solo persone che ancora non ha fatto incazzare. (Fiona)

– La tua vita non è facile, Fiona, e non puoi fare a meno di mostrarlo, perché non sei finta, non sei persa, non hai bisogno di ritrovarti. (Steve/Jimmy, il grande amore di Fiona dalla doppia o tripla vita)

– Il novanta per cento dei problemi del mondo è causato da certe parole sempre in coppia. Siamo felici e in salute ma quando ci chiedono ‘come va?’, diciamo ‘non male’. La prima volta che ti ho vista ballare, circa un mese fa al Crobar, avrei voluto offrirti da bere. Di solito sono timido così mi sono detto non posso, non funzionerà, non vorrà. Poi stasera quando ti ho rivista tutti i segnali mi dicevano che avevo una seconda chance per fare una buona impressione. (Jimmy, quando ancora si faceva chiamare Steve)

– Una volta vivevamo in macchina. Lo zio Nick ci aveva cacciato. Non c’era nessun’altro che ci ospitasse. Lip, Ian e io dormivamo di dietro quando Frank ha accostato, nel cuore della notte, vicino Halstead. Mi ha detto di aspettarlo lì con i ragazzi, che tornava subito: avevo sei anni. Qualche ora dopo, siamo ancora seduti sul marciapiede e la fronte di Ian stava bruciando. Piange, è isterico e io non so che cosa fare. Così corro lungo la strada, Lip sotto un braccio, Ian sotto l’altro, cercando qualcuno che ci aiuti. Era più facile trovare del crack piuttosto che un passaggio! All’ospedale arriviamo a piedi. Ci dicono che Ian ha la febbre alta a 40: altre due ore e…chissà. Non ho trovato Frank per altri due giorni. La prima cosa che mi ha chiesto è quanti soldi avevo con me. Vorrei poter dire che è stata l’unica volta, ma era solo la prima. Mia madre è bipolare e mio padre è un alcolizzato e un drogato. Prende quello che vuole e non dà niente in cambio. Niente soldi, e nemmeno aiuto. Ho fatto quello che potevo per crescere i miei fratelli. Avrei voluto fare di più, non voglio la vostra pietà, neanche l’ammirazione. Voglio soltanto poter dare a questi ragazzi quello che si meritano, perché sono dei bravi ragazzi e si meritano il meglio. (Fiona)

– Quell’uomo è innamorato di se stesso. Scommetto che si masturba leccando la sua immagine in uno specchio! (Veronica in discoteca parla di un DJ un po’ troppo vanesio)

– È il credo dei Gallagher! Se trovi qualcosa è il tuo giorno fortunato e il giorno di merda di qualcun altro! Domani sarà il contrario. È l’equilibrio della natura! (Frank sui massimi sistemi)

– È lo sperma dei Gallagher, ambizioso, implacabile. Tutto ciò per cui siamo nati. Come dei missili termici sforna bambini. Tra poco questo paese sarà abitato solo da messicani e da Gallagher. (Frank in versione fanta-politico-genealocico-apocalittica)

– Frank è uno scarafaggio: puoi calpestarlo, usare il veleno, annegarlo ma spunterà sempre fuori dalla tazza del cesso. (Kevin)

– Se tu ti diplomi, lo faccio anch’io! Sheila può aiutarti con Liam. Debbie e Carl sono autosufficienti. Io torno a scuola, tu torni a scuola. Ci diplomiamo insieme, sfileremo insieme in pompa magna, mano nella mano. (Lip provoca Fiona)

– Se devi smettere, smetti di complicarti la vita! Vattene a scuola, godi essere più intelligente degli altri e diventa il padrone dell’universo, dai che cazzo! (Kevin incita Lip a proseguire gli studi)

– Oh, avanti, ci risparmi queste sue lagne. Il bullismo è una parte fondamentale di qualsiasi ecosistema, insegna ai ragazzi a essere forti. Il mondo è un posto difficile, essere vittima di bullismo è come venire inoculati, è come un vaccino. E voi piccole merde, dovete imparare a stare molto lontani da quelli come mio figlio! Ecco che cosa si impara quando si viene colpiti in faccia da un bullo! Come ha fatto Steve Jobs a diventare ricco? Bulli! Io vi garantisco che Junior, qui, a trent’anni rimorchierà la ragazza più sexy perché lui è stato vittima di bullismo oggi! Volete che imparino qualcosa? Mio figlio raccoglierà l’immondizia con una tuta arancione tra dieci anni, suo figlio studierà medicina, curerà il cancro e avrà tante donne. Non c’è di che! (discorso con cui Frank salva Carl da un’espulsione sicura per aver pestato dei compagni di scuola)

– I Gallagher non fanno annunci a cena. Sveniamo, tentiamo il suicidio, non annunciamo! (Debbie)

– Sto crescendo un sociopatico. (Fiona e la sua considerazione del fratello Carl)

– I medici sono corrotti, specialmente quelli coreani. Mai fidarti di gente che fa le salsicce con i cani! (Frank contro le lobby foraggiate da Big Pharma)

– Se diventiamo tutti come le nostre madri allora sono fregata, giusto? (Debbie, non troppo ottimista sul suo avvenire)

– La felicità è sopravvalutata. (Sean, datore di lavoro e quasi marito di Fiona)

– Se avessi dovuto scusarmi per tutte le cose che ha fatto mio padre, non mi sarebbe rimasta più voce. (Fiona)

– Stan, brutto figlio di puttana, mi hai insegnato che un uomo non è uomo finché non ha amato una donna, mangiato il cuore di una capra ancora viva o squartato la faccia a un soldato tedesco! Una su tre non è male. Sono fiero di essere tuo figlio adottivo, mi mancherai vecchio! (Kevin onora la memoria dell’uomo che l’ha cresciuto, e che gli ha lasciato in eredità un pub pieno di debiti)

– Farai meglio a procurarti un passamontagna e una pistola perché è l’unico modo in cui potremo crescere quattro bambini! (Veronica prospetta a Kevin progetti per il futuro improntati alla realpolitik)

– Pensa: sono stato anch’io in punto di morte, insufficienza epatica. I medici non mi davano nessuna speranza. Overdose nell’81 e nell’88, di nuovo nell’88, ’94, 2003. Sono l’unico ad aver ricevuto l’estrema unzione tre volte! (Frank in pieno delirio di onnipotenza)

– Quattordici anni e già spacciatore di droga incriminato. Devo dirtelo figliolo, sono così orgoglioso! Speravo in Lip, ma ormai è al college, e quell’altro fa l’impiegato. Temevo che nessuno dei miei figli mi seguisse negli affari di famiglia! (Frank genitore orgoglioso dei successi del rampollo Carl)

– Mi ricordo quando ho visto Fiona nella pancia di Monica. Sembrava un’albicocca marcia, ho urlato ma che cazzo è quello? Io e Monica eravamo strafatti ma quel feto era inguardabile. Ed è cresciuta perfetta. (Frank si commuove al ricordo della prima gravidanza di sua moglie)

– Quando scopri il sesso, il feto passa da ammasso di cellule a persona vera e propria. Fa pensare. (Frank riflette sul significato più profondo della maternità)