La tragica vicenda di Simona Cinà, trovata senza vita nella piscina durante una festa privata, continua a scuotere l’opinione pubblica. Le autorità hanno avviato indagini approfondite per chiarire le circostanze della sua morte, mentre i risultati degli esami tossicologici forniscono nuovi elementi decisivi.
Simona Cinà trovata morta in piscina: circostanze del decesso e indagini in corso
La notte tra l’1 e il 2 agosto, durante una festa di laurea in una villa di Bagheria, Simona Cinà è stata trovata priva di vita nella piscina. La Procura di Termini Imerese ha avviato un fascicolo per omicidio colposo, privilegiando sin dall’inizio l’ipotesi di incidente o malore.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Raffaele Cammarano, proseguono con l’esame dei testimoni, dei vestiti e del cellulare della vittima, mentre ulteriori accertamenti potrebbero chiarire eventuali condizioni mediche pregresse della ragazza.
L’avvocato Mario Bellavista ha sottolineato la necessità di attendere i risultati completi prima di formulare considerazioni, ribadendo il rispetto per la memoria della giovane.
Simona Cinà trovata morta in piscina, svolta nelle indagini? Novità dagli esami tossicologici
Gli accertamenti medico-legali sul corpo di Simona Cinà, giovane pallavolista di vent’anni, hanno fornito le prime indicazioni sulle cause del decesso. L’autopsia, eseguita dall’equipe del Policlinico di Palermo sotto la guida del medico legale Tommaso D’Anna, ha evidenziato che la ragazza non presentava segni di violenza né lesioni compatibili con un’aggressione.
Le analisi tossicologiche hanno confermato l’assenza di droghe, comprese quelle sintetiche, ma hanno rivelato un tasso alcolemico significativamente elevato nel sangue. Questi risultati iniziali suggeriscono che, pur non avendo assunto sostanze stupefacenti, la giovane avrebbe consumato alcol in quantità superiore ai limiti normali, un elemento ritenuto rilevante per ricostruire le dinamiche della tragedia.