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Starbucks annuncia chiusure e licenziamenti: ristrutturazione aziendale in arrivo

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Starbucks implementa strategie decisive per fronteggiare la crisi delle vendite.

Starbucks ha recentemente comunicato la chiusura di alcuni dei suoi punti vendita meno redditizi in Nord America. Questo passo fa parte di un piano di ristrutturazione più ampio, guidato dal CEO Brian Niccol, volto a rilanciare le vendite in calo della catena di caffè. Il costo di questa ristrutturazione è stimato in circa un miliardo di dollari e include la chiusura di alcuni dei negozi più iconici, come la famosa torrefazione di Seattle.

La chiusura dei negozi avrà un impatto significativo sul numero totale di punti vendita, con una prevista diminuzione dell’1% negli Stati Uniti e in Canada entro la fine dell’anno fiscale 2025. Ciò comporterà diverse centinaia di negozi chiusi e influenzerà circa 900 lavoratori, in un contesto già segnato da 1.100 riduzioni di personale corporate all’inizio dell’anno.

Obiettivi della ristrutturazione

Il CEO Niccol intende ripristinare l’atmosfera tipica delle caffetterie Starbucks, per attrarre nuovamente i clienti dopo sei trimestri consecutivi di vendite in declino negli Stati Uniti. La strategia include anche la semplificazione della struttura gestionale e l’ottimizzazione dei tempi di servizio per migliorare l’esperienza del cliente.

Chiusura di negozi emblematici

Tra i punti vendita che verranno chiusi c’è la sede principale di Seattle, negozio sindacalizzato che è stato al centro di tensioni sindacali. Le trattative tra Starbucks e il sindacato Workers United, che rappresenta oltre 12.000 baristi, sono in stallo da diversi mesi, con conflitti che hanno portato a scioperi in diverse città statunitensi.

Impatto sui lavoratori

Le chiusure colpiranno in particolare i lavoratori dei negozi coinvolti. La decisione ha suscitato forti critiche da parte di Starbucks Workers United, che ha sottolineato l’importanza di avere un sindacato per proteggere i diritti dei baristi. Inoltre, il sindacato ha promesso di negoziare per garantire che i lavoratori colpiti possano essere trasferiti in altri negozi.

Disparità retributive

Un altro aspetto controverso è il pacchetto retributivo di Niccol, valutato a 95,8 milioni di dollari l’anno scorso, che è 6.666 volte superiore alla retribuzione media di un barista. Questo ha sollevato preoccupazioni riguardo alla disparità retributiva all’interno dell’azienda, rendendolo il CEO con il più grande divario retributivo rispetto ai lavoratori tra le aziende dell’S&P 500.

Inoltre, Starbucks ha annunciato che i tagli al personale riguarderanno principalmente i team di supporto e che verranno chiusi molti posti di lavoro aperti. Attualmente, l’azienda impiega circa 10.000 persone in ruoli non legati ai caffè negli Stati Uniti.

Strategia e aspettative future

Niccol ha espresso la sua intenzione di terminare l’anno fiscale con quasi 18.300 punti vendita operativi e in franchising negli Stati Uniti e in Canada. Ciò rappresenta una leggera diminuzione rispetto ai 18.734 negozi riportati in un documento di regolamentazione di luglio. Gli analisti stimano che circa 500 negozi sono stati coinvolti nella ristrutturazione, un numero superiore alle attese iniziali.

In un contesto di crescente concorrenza e domanda in calo per i suoi prodotti, Starbucks sta cercando di adattarsi alle nuove preferenze dei consumatori. Secondo Niccol, l’obiettivo è quello di chiudere i negozi che non riescono a creare l’ambiente fisico atteso dai clienti e dai partner, o che non mostrano un chiaro percorso di performance finanziaria.

Nonostante le sfide, Niccol ha mantenuto la fiducia degli investitori, grazie alla sua esperienza precedente alla guida di Chipotle Mexican Grill, dove ha guidato un significativo recupero dell’azienda. Con queste nuove misure, Starbucks spera di affrontare con successo la crisi delle vendite e di rinvigorire il suo marchio nel competitivo mercato del caffè.