Stupri Rimini, il racconto delle 3 vittime: 'Vomitavo nella sabbia. Intanto abusavano di lei'

Sono state diffuse le sconcertanti testimonianze delle vittime degli stupri di Rimini. I due ragazzi polacchi e la trans peruviana aggiungono brutali particolari delle violenze subite quella notte.

Nuovi particolari sui barbari stupri di Rimini, parlano le vittime

Ora che il caso è stato risolto, emergono sconcertanti particolari sui brutali stupri di Rimini. Adesso abbiamo le testimonianze delle povere vittime. Il branco di quattro ragazzi, solo uno maggiorenne, aveva colpito una coppia di turisti polacchi ed una trans peruviana nella notte tra il 25 e 26 agosto, a Miramare di Rimini. Adesso gli indagati sono in carcere in custodia cautelare.

Brutalità e inutile cattiveria

L’incubo è cominciato con uno stentato “where are you from?”, pronunciato da un ragazzo che “si è materializzato in maniera fulminea” davanti alla giovane polacca e al suo amico.

Le vittime erano sedute su un telo sulla spiaggia, e l’aggressione è andata avanti per un tempo che è apparso interminabile ai poveretti. Gli aggressori hanno picchiato il ragazzo e abusato di lei con “brutalità e inutile cattiveria”. Lo scrive il gip del tribunale dei minorenni di Bologna nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e per il nigeriano di 16.

Alla domanda posta, ricostruisce la ragazza polacca agli inquirenti, il suo amico risponde “from Poland”.

La testimonianza della ragazza polacca

A quel punto, come si legge nella deposizione, “l’uomo, sempre in inglese ci ordinava testualmente ‘dateci il portafogli e i telefoni'” e poi “repentinamente venivamo aggrediti dall’uomo che avevamo di fronte che subito colpiva” il ragazzo “al volto facendolo cadere a terra mentre dall’oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone poi un terzo che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo”.

Presi alla sprovvista, e in svantaggio numerico, le vittime hanno potuto solo subire.

La ragazza riesce a vedere il suo amico lì vicino “immobilizzato pure lui sulla sabbia con una persona sopra”. Nello stesso istante lei era tenuta “per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro”. Una brutalità “interminabile, durata più di venti minuti”, durante la quale “mi dicevano in inglese ‘I kill you‘ e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente”.

“Stremata”, “senza poter in nessun modo reagire neppure urlando”. “Senza forze ed impaurita, ma cosciente”, la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata e nuovamente violentata.

La violenza subita dal ragazzo polacco

Il ragazzo polacco dichiara sconvolto agli investigatori: “tre o quattro a turno si intercambiavano tra loro nell’abusare di lei e nell’immobilizzare me”. Il gip riporta nei dettagli la deposizione dell’uomo: “Mentre era immobilizzato a terra tenuto da due persone con il viso sulla sabbia il giovane veniva perquisito alla ricerca di telefono e portafogli, e colpito ripetutamente con calci in tutte le parti del corpo e pure al capo con una bottiglia di vetro.

In quegli istanti, “sentiva la compagna chiedere aiuto dicendo che la stavano uccidendo e si rendeva conto che veniva abusata sessualmente. Contemporaneamente “veniva picchiato e trattenuto con la forza”, scrive ancora il giudice, “manifestava segni di sofferenza respiratoria e vomitava“. A quel punto, il ragazzo chiede, per favore, di avere dell’acqua, perché soffre di asma. Ma la risposta del branco è che al massimo avrebbero potuto offrirgli l’acqua di mare.

La testimonianza della transessuale peruviana

Dopo le vittime polacche, è stata aggredita una prostituta trans: “Venivo avvicinata da quattro ragazzi sicuramente non italiani, due dei quali neri e due bianchi. Uno dei due ragazzi bianchi mi strappava la borsetta, mentre uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano dei cespugli rigogliosi. Io cercavo di oppormi ad entrare nel cespuglio, ma uno dei giovani mi colpiva alla testa con una bottigliata mentre un secondo mi sferrava un violento pugno allo zigomo sinistro.

Continuavo ad oppormi ad entrare nel cespuglio ma mentre uno mi minacciava puntandomi il collo della bottiglia alla gola, l’altro, sempre tirandomi, mi trascinava nel cespuglio, oltrepassandolo”.

A questo punto la prostituta transessuale descrive precisamente agli investigatori la violenza sessuale subita. I quattro che si sono alternati a turno nello stupro e nel tenerla ferma. La modalità è analoga a quella delle vittime precedenti. “Prima di andar via – ha continuato la trans peruviana – i quattro gettavano a terra la mia borsetta dalla quale avevano preso la somma di 40 euro ed il mio telefono cellulare”.

In un secondo momento, la prostituta transessuale ha aggiunto che “nelle parti intime” degli aggressori “vi era sabbia, come se fossero stati reduci da una giornata in spiaggia” e che una volta intuito le intenzioni dei quattro non ha più reagito. In verità non era nemmeno in grado di farlo efficacemente.