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Summit delle isole del Pacifico: focus su cambiamento climatico e sicurezza

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Il summit annuale delle isole del Pacifico inizia con un focus su clima e sicurezza, ma senza la partecipazione di potenze chiave.

Il summit annuale dei leader delle isole del Pacifico è ufficialmente iniziato nelle Isole Salomone, un incontro cruciale per discutere temi come il cambiamento climatico e la sicurezza regionale. Quest’anno, l’assenza di Cina e Stati Uniti, tra i principali attori geopolitici, ha acceso i riflettori su come i paesi della regione intendano affrontare le sfide attuali.

Inizio del summit e contesto geopolitico

La riunione è partita lunedì con un incontro tra i rappresentanti dei piccoli stati insulari. I leader dei diciotto membri del forum, tra cui Australia e Nuova Zelanda, si sposteranno giovedì nella località costiera di Munda per un ritiro. Quest’anno, il summit si svolge senza la presenza di venti partner donatori, inclusi Cina, Stati Uniti e Taiwan, a causa di una disputa riguardante la partecipazione di Taipei. I leader hanno deciso di escludere questi osservatori per garantire un incontro più coeso e focalizzato.

Tra i membri del forum, tre hanno legami diplomatici con Taiwan, tre hanno accordi di difesa con gli Stati Uniti e molti sono territori francesi. La maggior parte degli stati membri, ben tredici, ha relazioni con la Cina, rendendo la situazione geopolitica ancora più complessa. Divavesi Waqa, segretario generale del Pacific Islands Forum, ha sottolineato che la riunione affronterà le “priorità regionali”, con particolare attenzione a questioni che incidono sulla vita quotidiana delle persone.

Tema del summit e dichiarazioni ufficiali

Il Primo Ministro delle Isole Salomone, Jeremiah Manele, ha accolto i leader vicini a Honiara, affermando che il tema di quest’anno, “Lumi Tugeda: Agire Ora per un Pacifico Blu Integrato”, evidenzia l’urgenza di una maggiore unità e azione regionale. Manele ha dichiarato: “Se mai ci fosse stato un momento che richiede un rafforzamento del regionalismo del Pacifico e un’azione collettiva, è questo.” La sua amministrazione ha cercato di migliorare i legami con l’Australia dopo le critiche ricevute per i legami del suo predecessore con la Cina.

Il Primo Ministro ha difeso la decisione di escludere osservatori esterni, spiegando che si tratta di una misura temporanea mentre il forum rivede le procedure per la partecipazione dei non membri. “La regione del Pacifico deve sempre guidare e possedere la propria agenda, senza essere distratta da questioni divisive imposte dai media esterni,” ha aggiunto Manele, chiarendo la sovranità del suo paese.

Proposte e iniziative future

Durante il summit, i leader delle isole del Pacifico si preparano a firmare la “Dichiarazione dell’Oceano di Pace” proposta dalle Fiji. Il Primo Ministro di Fiji, Sitiveni Rabuka, ha dichiarato che la proposta affronta le calamità catastrofiche causate dal cambiamento climatico e l’esplorazione delle ricchezze della regione. Le linee guida della dichiarazione includeranno la protezione dell’ambiente e la risoluzione pacifica delle controversie.

Aggiungendo ulteriore importanza al summit, il Primo Ministro australiano Anthony Albanese è atteso a Honiara mercoledì dopo una visita a Vanuatu, dove si prevede che firmi un accordo storico per rafforzare i legami economici e di sicurezza. La questione di ospitare il prossimo incontro COP31 sul cambiamento climatico, previsto in Australia, sarà discussa, specialmente alla luce delle critiche rivolte a Canberra per il suo operato in materia di emissioni e esportazione di combustibili fossili.

Le Isole Salomone e gli altri membri del forum stanno affrontando sfide significative, tra cui l’innalzamento del livello del mare e tempeste sempre più violente. La collaborazione tra le nazioni del Pacifico è più che mai fondamentale in questo contesto di crescente vulnerabilità.