Sono trascorsi ormai sei anni dalla delibera che ha cambiato per sempre il sistema dei vitalizi parlamentari, una questione non ancora chiusa. Infatti, più di mille ex deputati sono in attesa di una decisione che potrebbe mettere tutto in discussione.
Taglio ai vitalizi, il ricorso di 1300 ex parlamentari
Il “vitalizio della discordia” torna al centro della scena politica e giuridica, e nei prossimi giorni il Collegio d’Appello della Camera dei Deputati sarà chiamato a esprimersi sui ricorsi presentati da circa 1.300 ex parlamentari, molti dei quali sono volti noti, che chiedono il ripristino dell’assegno originario.
La riforma era stata voluta nel 2018 dall’allora presidente della Camera Roberto Fico (M5S), introducendo un taglio netto: si era passati dal vitalizio al sistema contributivo, calcolato in base ai contributi versati, come accade per la maggior parte dei lavoratori. Una svolta che aveva colpito duramente soprattutto i parlamentari più anziani, con tagli fino al 90% dell’assegno. Il 2 luglio si è svolta a Montecitorio la prima udienza del Collegio d’Appello della Camera, l’organo giurisdizionale interno composto da cinque deputati e presieduto da Ylenia Lucaselli (FdI). Il Collegio ha preso la decisione finale, che potrebbe arrivare a breve. Qualora dovesse dare ragione ai ricorrenti, si aprirebbe un nuovo scenario, con un effetto domino con possibili ripercussioni politiche di ampia portata: ciò rimetterebbe infatti in discussione la linea del M5S e la riforma voluta per “moralizzare” i privilegi della politica.
Taglio ai vitalizi, chi sono gli ex parlamentari che hanno presentato ricorso
Nel lungo elenco di chi ha fatto ricorso figurano i nomi dell’ex ministro Claudio Scajola, gli ex sindaci di Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino, l’ex giornalista Paolo Guzzanti, l’ex attrice Ilona Staller, il leader del movimento studentesco del ’68 Mario Capanna, ma anche esponenti del PSI come Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli e Margherita Boniver. In molti fanno parte di una generazione politica più recente rispetto a quella coinvolta in una sentenza del 2022 che ha già ottenuto una parziale vittoria: una sentenza precedente aveva infatti annullato la delibera Fico per i parlamentari più anziani, consentendo loro di riottenere gli assegni originari.