Roma, 29 dic. (askanews) – Taipei ha schierato le proprie forze e denuncia una “pressione crescente” dopo l’avvio delle esercitazioni militari cinesi con fuoco vivo in cinque zone nelle acque e nello spazio aereo vicino a Taiwan, le quali, affermano le autorità locali, “simulano un blocco dei principali porti dell’isola”.
In un contesto di tensioni particolarmente elevate dopo la massiccia vendita di armi da parte degli Stati Uniti all’isola de facto indipendente (dal 1949), il portavoce del ministero della Difesa taiwanese, Sun Li-fang, in conferenza stampa a Taipei, ha dichiarato:
“In base all’esperienza maturata negli ultimi anni, la Cina ha costantemente aumentato la pressione esercitata su di noi e la portata delle sue azioni ha continuato a crescere.
Ciò si traduce naturalmente in maggiori rischi, poiché dobbiamo rispondere preservando la sicurezza e la sovranità nazionale”.
“Il Partito Comunista Cinese è passato dall’addestramento al combattimento vero e proprio, e gli intervalli tra queste fasi si stanno accorciando sempre di più”, ha proseguito il portavoce. “Questo ha effettivamente messo su di noi una pressione crescente. Tuttavia, in risposta a questa pressione, il nostro esercito ha già apportato modifiche alle sue misure di combattimento e i nostri soldati vengono addestrati in modo tale da consentirci di rispondere efficacemente a questo tipo di
minaccia”, ha concluso.
Secondo il Vice Capo di Stato Maggiore Generale responsabile dell’intelligence presso il Ministero della Difesa Nazionale di Taiwan, Hsieh Jih-sheng, “queste misure avranno un impatto sui voli internazionali che transitano nelle zone vicine a Taiwan”, oltre, in una certa misura, ai voli diretti nel Paese e alle navi commerciali che attraversano l’area in questo periodo.