Argomenti trattati
Le tensioni nel commercio globale stanno raggiungendo livelli critici. Mentre i leader mondiali si preparano per il G7 in Canada, il dibattito si concentra meno sulle politiche commerciali e più sulla crisi crescente tra Israele e Iran. Una situazione che rischia di sovrastare le questioni commerciali, ma che potrebbe avere ripercussioni significative sui mercati globali.
Il G7 e le priorità dimenticate
Oggi, i rappresentanti di sette delle economie più forti del mondo si riuniscono per discutere di commercio. Tuttavia, le notizie dall’area mediorientale potrebbero spostare l’attenzione su argomenti di conflitto piuttosto che su quelli economici. Si prevede che la prima sessione di lunedì mattina si concentri sulle politiche commerciali, ma la domanda è: quanto tempo e attenzione verranno dedicate realmente a questo tema?
Il Cancelliere tedesco Merz e la Presidente della Commissione europea von der Leyen hanno già sottolineato l’urgenza di trovare una soluzione ai conflitti doganali prima della scadenza del 9 luglio. “Dobbiamo ottenere una chiara prospettiva per una risoluzione”, afferma Merz, ma i segnali provenienti dalle trattative con gli Stati Uniti non sono incoraggianti.
Le tensioni con gli Stati Uniti
La situazione si complica ulteriormente con la possibilità che Merz non abbia un incontro bilaterale con Trump. Gli analisti avvertono che la mancanza di dialogo diretto potrebbe intensificare i conflitti. “Questa mancanza di comprensione tra i leader è pericolosa per il commercio internazionale”, avverte l’economista Samina Sultan.
La prospettiva di un accordo commerciale globale sembra sempre più remota. Secondo Sultan, anche se ci fosse un’intesa, il mantenimento dei dazi attuali rimane probabile. “È difficile credere che un accordo significativo possa essere raggiunto in così poco tempo”, aggiunge.
Green claims: un tema controverso
Un altro punto caldo riguarda la proposta di direttiva europea sui green claims, che mira a combattere il greenwashing. Il Ministero dell’Economia tedesco sta spingendo per bloccare questa iniziativa, sostenendo che creerebbe ulteriori oneri burocratici. “La Commissione deve ripensare questa direttiva”, ha dichiarato il Segretario di Stato Rouenhoff.
Il tempo stringe: il Parlamento europeo e la Commissione vogliono concludere le negoziazioni entro il 23 giugno. Ma ci sono già forti resistenze, soprattutto da parte di settori industriali che temono costi aggiuntivi. La questione è se le normative siano realmente necessarie o se rappresentino un ulteriore fardello per le aziende.
Compromesso sul finanziamento delle imprese
Rimanendo in tema di economia, emerge un possibile compromesso tra governo federale e stati regionali riguardo le agevolazioni fiscali per le aziende. Si sta discutendo di come distribuire le entrate dell’imposta sul valore aggiunto, e se il governo federale debba contribuire maggiormente ai costi abitativi per i beneficiari di sussidi. Un accordo è atteso prima dell’11 luglio, quando i rappresentanti regionali dovranno approvare il pacchetto di investimenti.
Fluttuazioni del mercato petrolifero
La recente escalation nel Medio Oriente ha provocato un aumento dei prezzi del petrolio, con un incremento del 10% per il Brent e dell’11,8% per il WTI. Gli analisti avvertono che, sebbene ci sia una tendenza a un rapido aumento dei prezzi dopo eventi di conflitto, la situazione attuale è caratterizzata da una notevole incertezza globale.
“Ogni ulteriore conflitto è un cattivo segnale per l’economia”, commenta Sultan, sottolineando che la chiusura della Strada di Hormuz, un nodo cruciale per il commercio di petrolio, rappresenterebbe una minaccia significativa per i mercati internazionali.
Incontro con i sindacati
Oggi, i leader sindacali tedesco si incontrano con il Ministro del Lavoro per discutere la questione del salario minimo. Le aspettative sono basse, e sembra improbabile che si raggiunga un accordo vicino ai 15 euro orari. Le trattative avvertono di una possibile impasse, dato che la Commissione sul salario minimo opera in segreto e deve presentare le sue raccomandazioni entro fine mese. Le tensioni politiche aumentano, con la CDU che si oppone a qualsiasi intervento legislativo per fissare i salari.