> > Thailandia e Cambogia, scontri sempre più gravi: oltre 100mila gli evacuati ...

Thailandia e Cambogia, scontri sempre più gravi: oltre 100mila gli evacuati nelle aree di frontiera

thailandia cambogia evacuati

Violenti combattimenti al confine tra Thailandia e Cambogia spingono migliaia di persone a fuggire. Il numero degli evacuati sale mentre la diplomazia fatica a trovare una via d’uscita.

Tra Thailandia e Cambogia la tensione cresce, e intanto migliaia di civili vengono evacuati in fretta, senza sapere se torneranno.

Civili evacuati, paura lungo il confine tra Thailandia e Cambogia

L’odore acre della polvere da sparo è ormai familiare. Così come il rumore dei passi in fuga. Oltre 138mila persone sono state evacuate dalla Thailandia, al confine con la Cambogia, mentre gli scontri tra i due Paesi diventano sempre più violenti.

Scene che sembrano uscite da un’altra epoca, e invece no. Succede oggi, sotto gli occhi stanchi dei volontari nei rifugi e dei medici che contano i feriti: 428 ricoveri. Uomini, donne, bambini. Tutti allontanati da case che non sanno se ritroveranno.

Il ministero dell’Interno thailandese parla chiaro: la maggior parte degli evacuati arriva da quattro province chiave. E il ministero della Salute aggiorna il conto dei morti: 14 vittime. A Bangkok, il primo ministro ad interim, Phumtham Wechayachai, si mostra teso. “Se la situazione degenera, si rischia una guerra”. Il tono? Freddo. Quasi rassegnato. Intanto, sul lato cambogiano del confine, il bilancio è altrettanto tragico: un uomo di 70 anni ucciso e cinque feriti. Era solo un civile. Come tanti altri.

Diplomazia in corsa tra Thailandia e Cambogia, ma intanto aumentano gli evacuati

Mentre le bombe continuano a farsi sentire, la diplomazia prova a fare appello. Dalla Malesia arriva la voce del premier Anwar Ibrahim: chiede un cessate il fuoco immediato e si offre come mediatore. L’ha scritto su Facebook, come si usa ora, dopo aver parlato con i leader di entrambe le parti. Un gesto? Forse. Un tentativo. Anwar lo dice chiaro: serve dialogo, servono soluzioni. E serve in fretta.

La Thailandia sembra pronta ad ascoltare. Lo dice il portavoce Nikorndej Balankura: “Se la Cambogia accetta, anche con l’aiuto della Malesia, noi ci siamo”. Ma Phnom Penh tace. E l’Onu? Il segretario generale Guterres ha chiesto moderazione, mentre il Consiglio di Sicurezza valuta una riunione d’emergenza. Un’altra. Come tante. Tra Thailandia e Cambogia, però, il bilancio è già pesante: migliaia di evacuati, famiglie divise, vite sospese nell’incertezza. E intanto la gente cammina. Con le mani vuote e lo sguardo perso. I numeri salgono. Gli appelli si moltiplicano. Le risposte, per ora, no.