Torino: uomo perde lavoro e casa e dorme in una 500

Storia di Carmine Anatone, 63 anni, ex meccanico che vive a Torino. Ha perso il lavoro e poco dopo anche la casa-mansarda in cui viveva in affitto: ora si adatta con la 500, ma chiede aiuto.

La storia

Questa storia che viene da Torino, non è la prima simile sentiamo in un’Italia che non si è ancora ripresa dalla crisi economica. Il signor Carmine Anatone ha 63 anni ed è un ex meccanico; diciamo “ex” perché ha perso il lavoro e, poco dopo, anche la mansarda dove viveva, per il cui affitto (in nero) spendeva anche a 300 euro al mese: la sua era già una situazione difficile, ma era “sempre meglio che vivere alla giornata, in mezzo a una strada, come faccio ora.

Se potessi, tornerei indietro con la macchina del tempo”, dice. Sì, perché ora l’uomo, da ormai tre mesi, si adatta a dormire nella sua 500, parcheggiata in via Carso, nel quartiere San Paolo. Le sue difficoltà sono ulteriormente complicate dal fatto che Carmine non sia più giovane e ora sta anche cominciando a fare freddo, quello di cui lui ha più paura – quanti senzatetto muoiono di freddo? -.

Tutto è iniziato quando il proprietario dell’auto rimessa dove lavorava, ha avuto un ictus e ha dovuto chiudere.

Senza il salario Carmine non è riuscito più a pagare l’affitto e, dopo due giorni di ritardo, gli hanno pignorato la mansarda dove viveva, in via Principe Eugenio, vicino a Piazza Statuto. Se n’è accorto dopo essere tornato dal Pronto Soccorso, dopo essersi fatto male ad un piede. Non è riuscito nemmeno a prendere i suoi effetti personali, perché i proprietari “hanno cambiato la serratura da un giorno all’altro”, ha lamentato: insomma, ha perso tutto.

Se non altro ha un paio di amici carrozzieri che lo aiutano, permettendogli di usare il suo bagno, gli lavano i vestiti e dandogli qualche euro per mettersi almeno qualcosa sotto i denti e la proprietaria di un bar vicino, gli offre un pasto caldo, ma certamente non basta.

L’appello

Dalle istituzioni Carmine non riceve nessun aiuto. Non avendo soldi, non può permettersi neanche di pagare il ticket per fare delle necessarie visite mediche. L’uomo ringrazia di cuore chi lo sta aiutando ma adesso vorrei avere una casa e trovare un lavoretto, perché così non ho più una dignità– quante volte sentiamo chi ha perso il lavoro, invocare dignità? Molte in questi anni –. “Per questo – continua il 63enne – chiedo al Comune di Torino di mettersi una mano sulla coscienza», conclude l’uomo.

«Prima o poi arriverà anche l’inverno e io non voglio nemmeno pensare di continuare a vivere in una macchina. Chiedo solo una casa e un lavoretto. Non ho mai fatto del male a nessuno, vorrei solo un briciolo di rispetto”.