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Ue-Cina: Scholz, ‘non dobbiamo escludere Pechino dal commercio mondiale’

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Berlino, 8 giu. (Adnkronos) - “Abbiamo concordato chiaramente all’interno dell’Ue, e più recentemente anche nell’ambito del G7, di ridurre i rischi derivanti da dipendenze unilaterali. Ma non dobbiamo escludere la Cina dal commercio mondiale. Non ci sarà quindi ...

Berlino, 8 giu. (Adnkronos) – “Abbiamo concordato chiaramente all’interno dell’Ue, e più recentemente anche nell’ambito del G7, di ridurre i rischi derivanti da dipendenze unilaterali. Ma non dobbiamo escludere la Cina dal commercio mondiale. Non ci sarà quindi alcun decoupling, cioè un disaccoppiamento delle aree economiche nelle nostre relazioni con la Cina. Al contrario, è nell’interesse di tutti noi che anche l’economia cinese continui a crescere e il benessere dei suoi cittadini possa svilupparsi positivamente. Naturalmente questo riguarda soprattutto e in particolare la parte più povera della popolazione cinese, ancora numerosa”. Così al Corriere della Sera il cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’ipotesi secondo cui le aziende dovrebbero dichiarare quando investono in Cina e un governo potrebbe eventualmente bloccarne l’investimento.

“Una cosa mi sembra sia molto importante – spiega Scholz – Dobbiamo essere più attenti a garantire che le nostre relazioni si svolgano nel quadro dell’ordine globale e che tutti gli Stati accettino di rispettare le regole internazionali. Soltanto così noi potremo garantire una politica che porti a una maggiore resilienza economica e sicurezza a livello internazionale. Concretamente, si tratta di assicurare condizioni di parità per gli investimenti a livello globale, sia per le aziende europee, americane e di altri Paesi che operano in Cina, sia per le aziende cinesi attive nei nostri Paesi. Allo stesso tempo, dobbiamo assicurarci di diversificare le nostre strutture economiche al più presto possibile, in modo da ridurre le nostre dipendenze nelle catene di approvvigionamento, nelle esportazioni e negli investimenti diretti. Questo vale in particolare per i beni critici come minerali, semiconduttori e batterie. A mio avviso non dobbiamo escludere la Cina dal commercio mondiale”.