Un conto alla rovescia che pesa, quello per i dazi tra Usa e Ue. Rischia di stravolgere gli equilibri del commercio globale? Nelle prossime ore ci saranno nuove risposte, nel frattempo le prime trattative si muovono.
Cresce la tensione sulle trattative sui dazi USA UE
Scott Bessent ha parlato chiaro. Il Segretario al Tesoro americano, intervistato dalla CNN, ha ribadito che se non verrà trovato un accordo con i partner internazionali – in primis l’Unione europea – i dazi Usa Ue torneranno a livelli da pre-crisi.
Cioè quelli fissati il 2 aprile, quando Donald Trump, con una delle sue celebri mosse di forza, aveva mostrato pubblicamente la tabella delle tariffe contro quasi tutti i principali Paesi esportatori. Nessun bluff stavolta. Il tempo sta per scadere.
Il 1° agosto è la data cerchiata in rosso. Lettere formali partiranno già oggi, a mezzogiorno (le 18 in Italia), indirizzate a 12 partner commerciali. “Senza accordi si torna ai livelli precedenti”, ha dichiarato Bessent, lasciando intendere che l’amministrazione americana è pronta ad alzare ancora il tiro. Addirittura fino al 50%, se necessario. E non solo contro chi non firma. Ma anche – e qui l’avvertimento diventa minaccia – contro i Paesi che decidessero di “allinearsi” con i Brics.
Dazi USA UE, segnali positivi, ma il tempo stringe: cosa ha detto Bessent
Eppure, non tutto sembra perduto. Nelle stesse dichiarazioni, Bessent ha aperto uno spiraglio, parlando di “progressi” nei colloqui con l’Unione europea. Un passo avanti per le trattative sui dazi tra Usa e Ue, anche se lento, in un confronto che – nelle sue parole – sta “procedendo”. Ci sarà da lavorare sodo, ha ammesso. “Le prossime 72 ore saranno cruciali”. Tradotto: o si chiude, o si combatte.
Dietro le quinte, si muovono ambasciatori, consulenti economici, diplomatici di ogni grado. La pressione è altissima. Trump, intanto, non smette di alimentare la tensione. Sulla sua piattaforma Truth ha già fissato orari, toni, scenari. La strategia del caos? Forse. Ma una cosa è certa: l’Europa vuole evitare lo scontro. Bessent, con una certa cautela, lo lascia intendere. E nonostante i tempi strettissimi, resta convinto: “Vedremo molti accordi, molto presto”.
A patto che qualcuno si sieda davvero al tavolo. E smetta di minacciare da lontano.