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Coronavirus, il Sud Italia si prepara all'onda d'urto dei contagi

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Milano, 21 mar. (askanews) - "Mi arrivano notizie che alcuni ragazzi vorrebbero preparare la festa di laurea, mandiamo i carabinieri, ma li mandiamo con i lanciafiamme". Il Sud si prepara all'onda d'urto di un possibile picco di contagi da coronavirus Sars-Cov2 e non va per il sottile il governat...

Milano, 21 mar. (askanews) – “Mi arrivano notizie che alcuni ragazzi vorrebbero preparare la festa di laurea, mandiamo i carabinieri, ma li mandiamo con i lanciafiamme”.

Il Sud si prepara all’onda d’urto di un possibile picco di contagi da coronavirus Sars-Cov2 e non va per il sottile il governatore della Campania, Vincenzo De Luca che prepara nuovi ospedali Covid-19 e si appresta a bloccare tutti i servizi non essenziali nella regione per limitare il dilagare del contagio. De Luca chiede la militarizzazione del Paese e come lui la pensano tanti altri governatori delle regioni meridionali.

In Sicilia Musumeci ha già chiesto all’Esercito di rinforzare i controlli per limitare la circolazione e indurre la popolazione all’isolamento domiciliare, coma ha spiegato ad askanews Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute.

“L’appello a tutti – ha detto – è rimanere il più possibile a casa. Quando leggete che in alcuni Paesi il contagio è stato più contenuto, ciò si è verificato perché sono state realizzate delle modalità di condotta di vita stringenti”.

Intanto si allestiscono nuovi ospedali e si rinforzano le terapie intensive. Come in Puglia, dove i casi di contagi continuano a salire. A Castellaneta una violazione del protocollo da parte di un medico ha creato un nuovo focolaio, motivo per cui il governatore Emiliano insiste con l’appello: restate a casa.

“Le persone più deboli e più anziane sono in gravissimo pericolo – ha detto – è per loro che stiamo facendo tutto questo. Stiamo in casa chiusi a lavorare a fare tutto il necessario per evitare di perdere i più deboli di noi. Perché questo avvenga dobbiamo difendere gli ospedali e fare in modo che le strutture sanitarie possano curarli come si deve anche se gli ammalati saranno tantissmi”.