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60 anni di Prosciutto San Daniele: la tradizione guarda al futuro

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Milano, 10 nov. (askanews) - Con la sua famiglia Teresa Coradazzi produce il prosciutto San Daniele Dop. Il papà Rino, 45 anni fa, ha avviato questa azienda, che lavora circa 13 mila prosciutti all'anno. Negli anni a portare avanti l'arte della lavorazione di questa Dop si sono uniti i due figli,...

Milano, 10 nov. (askanews) – Con la sua famiglia Teresa Coradazzi produce il prosciutto San Daniele Dop. Il papà Rino, 45 anni fa, ha avviato questa azienda, che lavora circa 13 mila prosciutti all’anno. Negli anni a portare avanti l’arte della lavorazione di questa Dop si sono uniti i due figli, Angelo e Teresa, e ora anche i nipoti. Loro sono una delle tante aziende a conduzione familiare del Consorzio di tutela del Prosciutto San Daniele – 3.641 allevatori e 31 stabilimenti produttivi – che quest’anno festeggia i 60 anni di attività. Come ha ricordato il direttore, Mario Emilio Cichetti: “Il Consorzio di San Daniele compie 60 anni. E’ stata una evoluzione continua di una comunità di produttori nata da una intuizione di cittadini, imprese, commercianti di San Daniele del Friuli negli anni 60, poi si è evoluta un po replicando quello che era stato il made in Italy agroalimentare italiano”.

Un prodotto simbolo del nostro agroalimentare che fa della tradizione il suo punto di forza. La lavorazione, inalterata di generazione in generazione, ha tre soli ingredienti: le cosce di suino italiano selezionate, il sale e il microclima di San Daniele del Friuli, che sorge dove si incontrano i venti freddi che scendono dalle Alpi Carniche e la brezza salmastra dell Adriatico, mentre il fiume Tagliamento che lambisce le colline fa da termoregolatore naturale. Un microclima ideale per la stagionatura dei prosciutti.

Ma se la tradizione è la base del successo del San Daniele Dop in Italia e nel mondo, non manca da parte dei produttori l’attenzione ai temi del presente e soprattutto del futuro: “Siamo arrivati nel 2021 oggi, quindi sessant anni dopo, dove le sfide sono quelle attuali: quindi lo sviluppo sostenibile, la tutela dei consumatori e la difesa dei valori del made in Italy e della qualità del cibo italiano”.

In questa direzione vanno i progetti annunciati dal Consorzio: una fabbrica del sale per evitare gli sprechi riutilizzando il sale principalmente nell industria chimica e per le strade. Ma c è anche il progetto della creazione di un istituto tecnico ad hoc per formare in loco le figure professionali della filiera, come i mastri prosciuttai.

Una delle tante iniziative lodate dal governatore friulano Massimiliano Fedriga che ha inserito la promozione dell’agroalimentare regionale nel promoturismo: “L alleanza tra il pubblico e il privato anche nella promozione dell agroalimentare è fondamentale perché valorizza un territorio e una comunità e per quanto riguarda la produzione San Daniele valorizza un prodotto che deve essere sempre più conosciuto nel mondo e sempre più apprezzato dai consumatori internazionali”.

Nel 2020 l’export ha pesato per il 18 per cento sugli oltre due milioni e mezzo di prosciutti messi sul mercato dal Consorzio che hanno fruttato ricavi per 310 milioni di euro.