> > Accordo di gas tra Serbia e Russia: estensione fino a marzo 2026

Accordo di gas tra Serbia e Russia: estensione fino a marzo 2026

accordo di gas tra serbia e russia estensione fino a marzo 2026 1766499946

Il presidente serbo annuncia un'estensione temporanea per le forniture di gas dalla Russia.

Il presidente serbo, Aleksandar Vučić, ha confermato che è stato raggiunto un accordo per prolungare le forniture di gas naturale dalla Russia fino al 31 marzo. Questa decisione segue la scadenza del precedente contratto triennale avvenuta durante l’estate, e mira a garantire che la Serbia disponga di energia sufficiente durante i rigori dell’inverno.

Vučić ha sottolineato che l’estensione di tre mesi è stata decisa per garantire la sicurezza energetica dei cittadini, permettendo loro di affrontare l’inverno con tranquillità. Il presidente ha affermato: “Abbiamo concordato di estendere le forniture di gas per un ulteriore periodo, affinché le persone possano dormire sonni tranquilli”.

Dipendenza energetica della Serbia

La Serbia continua a dipendere in larga misura dalle forniture russe, che attualmente ammontano a circa 6 milioni di metri cubi al giorno. Questo quantitativo equivale a oltre l’80% del fabbisogno annuale del paese, che si attesta attorno ai 2,7 miliardi di metri cubi, con proiezioni che indicano un incremento a 3 miliardi in futuro.

Prezzi e alternative

Il costo del gas fornito dalla Russia è di circa 290 euro ($342) per ogni 1.000 metri cubi, un prezzo inferiore rispetto ai circa 360 euro ($424) praticati nel mercato europeo. Sebbene la Serbia importi anche gas dall’Azerbaigian e produca una parte della propria energia, le risorse domestiche non sono sufficienti a compensare un’eventuale carenza delle forniture russe.

Negoziazioni e sanzioni

Nonostante la Serbia sia un candidato per l’adesione all’Unione Europea, mantiene relazioni strette con Mosca e continua a beneficiare di prezzi vantaggiosi per il gas. Tuttavia, la situazione è complessa: Vučić ha accennato al fatto che la Russia sta optando per accordi a breve termine per evitare che la Serbia nazionalizzi la sua compagnia petrolifera statale, la Petroleum Industry of Serbia (NIS).

Conseguenze delle sanzioni

Le sanzioni statunitensi imposte su NIS, a causa della sua maggioranza di proprietà russa, hanno avuto un impatto significativo, bloccando le forniture di petrolio per l’unico rifinettore del paese e costringendolo alla chiusura a fine novembre. La Serbia sta attualmente trattando per la vendita della partecipazione russa del 56% in NIS, con una scadenza fissata per metà gennaio, per conformarsi ai requisiti delle sanzioni.

Vučić ha confermato che, anche se non si raggiungerà un accordo per la vendita della partecipazione russa, non sarà adottata la misura di “sequestro” degli asset, ma il paese è pronto a considerare un’offerta vantaggiosa per NIS.

Le future trattative e le mosse strategiche della Serbia nel settore energetico saranno cruciali per la stabilità economica e la sicurezza energetica del paese. L’attenzione del governo serbo rimarrà rivolta alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, per ridurre la dipendenza da Mosca e garantire un futuro sostenibile per i cittadini.