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In un episodio del podcast One More Time, condotto da Luca Casadei, Achille Costacurta ha condiviso le esperienze più difficili della sua vita. Figlio di due personalità note, Billy Costacurta e Martina Colombari, Achille ha vissuto un’adolescenza segnata da dipendenze, conflitti familiari e sfide personali.
La sua storia è un delicato intreccio di eventi che lo hanno portato a riflessioni profonde e a un percorso di riscatto lontano da Milano.
Costacurta ha narrato momenti bui, come la sua prima esperienza con le droghe a soli 13 anni e il tentativo di suicidio che ha segnato un punto di non ritorno nella sua vita.
Un’infanzia difficile e l’incontro con la droga
Achille ha iniziato a fumare marijuana a 13 anni e, al compimento dei 18, ha provato sostanze più pesanti come la mescalina. Durante una colluttazione con la polizia, sotto l’effetto delle droghe, è stato arrestato, un evento che ha segnato l’inizio di un lungo percorso di crisi. “Mi hanno portato via dopo una rissa in taxi, e lì ho vissuto il mio primo TSO“, racconta Achille, sottolineando come questo fosse solo l’inizio di una serie di ricoveri forzati che avrebbero caratterizzato la sua vita.
Le conseguenze del TSO
Ogni ricovero è stato un’esperienza unica. Mentre a Padova ha trovato medici comprensivi, a Milano ha vissuto momenti estremi, incluso essere legato a un letto per tre giorni. “Ero in uno stato di angoscia tale che ho urlato per giorni”, ricorda. Questo tipo di esperienze hanno contribuito a un senso di alienazione e rabbia, complicando ulteriormente la sua relazione con i genitori.
La diagnosi di ADHD e la ricerca di aiuto
Un punto di svolta significativo è stato quando, dopo un ricovero in Svizzera, gli è stata diagnosticata l’ADHD. “È stato un momento liberatorio”, spiega Achille, “perché una volta certificato, ho potuto lavorare su me stesso e migliorare il mio rapporto con i miei genitori”. Grazie anche a corsi di formazione per genitori, la dinamica familiare ha visto un cambiamento radicale, permettendo una comunicazione più efficace e comprensiva.
Un momento critico e la svolta
Nonostante i progressi, Achille ha vissuto un episodio drammatico quando, a 16 anni, è stato arrestato per spaccio di droga. In un momento di disperazione, ha tentato di togliersi la vita ingerendo metadone. Fortunatamente, è stato salvato in extremis dai soccorsi. “La quantità di metadone che avevo assunto era letale. Gli stessi medici non sapevano come fossi ancora vivo”, rivela. Questo episodio è stato un campanello d’allarme e ha segnato l’inizio di una nuova consapevolezza.
Il cammino verso la rinascita
Il periodo di riabilitazione in Svizzera ha rappresentato una vera e propria rinascita per Achille. “Mi hanno dato una scelta: continuare a vivere nella droga o cercare un aiuto concreto”, racconta con gratitudine. Da quel momento, ha abbracciato un nuovo stile di vita, abbandonando le sostanze e iniziando a costruire relazioni più sane.
Un legame rinnovato con la famiglia
Il supporto dei genitori ha giocato un ruolo cruciale. Attraverso la comunicazione e la comprensione reciproca, Achille è riuscito a ricucire il legame con Billy e Martina. “Ora sappiamo come affrontare le situazioni difficili. Non ci sono più risse in casa”, afferma con un sorriso. Questa nuova armonia familiare è un segno tangibile della sua crescita personale e della sua determinazione nel voler cambiare vita.
La storia di Achille Costacurta è un viaggio di resilienza e speranza. La sua testimonianza offre uno spaccato della sua vita e rappresenta un messaggio di incoraggiamento per chi si trova a combattere battaglie simili. La strada può essere difficile, ma con il giusto sostegno e la volontà di cambiare, è possibile risalire la corrente e trovare un nuovo inizio.