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Alex Cotoia assolto per omicidio: la sentenza della Cassazione

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Alex Cotoia è stato assolto dalla Cassazione per l'omicidio del padre, avvenuto nel contesto di una lite familiare.

Il caso di Alex Cotoia ha suscitato grande attenzione e dibattito pubblico, culminando in una decisione della Corte di Cassazione che ha definitivamente assolto il giovane dall’accusa di omicidio volontario nei confronti del padre, Giuseppe Pompa. La tragica vicenda si è svolta il 30 aprile nell’appartamento di famiglia a Collegno, un comune in provincia di Torino, durante un violento litigio domestico.

La sentenza della Cassazione ha stabilito che Cotoia non ha agito per odio o frustrazione, ma in una situazione di estrema difesa, ritenendo di proteggere la madre da un pericolo imminente. Questo episodio rappresenta un esempio complesso di legittima difesa putativa, in cui l’imputato ha agito convinto di trovarsi in una situazione di minaccia reale.

Il contesto familiare e le dinamiche di violenza

Per comprendere a fondo il caso, è importante analizzare il contesto in cui si sono verificati i fatti. Giuseppe Pompa era descritto dai giudici come un marito dotato di una gelosia patologica e con un desequilibrio emotivo che si manifestava in comportamenti dominanti e violenti verso la moglie. Le tensioni familiari erano diventate insostenibili, creando un’atmosfera di paura e oppressione che aveva caratterizzato la vita quotidiana della famiglia.

La serata tragica

Durante quella fatidica serata, la situazione è degenerata rapidamente. Alex, intervenendo per difendere la madre, ha reagito a una violenza che sembrava ormai incontrollabile da parte del padre. I giudici hanno evidenziato come il clima di sopraffazione fosse diventato insostenibile, portando il giovane a credere di dover agire per salvaguardare la propria incolumità e quella della madre.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha analizzato i fatti e ha ritenuto che Alex avesse agito in una condizione di legittima difesa putativa, ovvero convinto erroneamente di essere in pericolo. I giudici hanno sottolineato come, anche se Alex avesse agito in modo impulsivo, fosse giustificato dalla percezione di un rischio reale. Pertanto, il ricorso presentato dalla Procura generale di Torino è stato dichiarato inammissibile.

Le conseguenze legali

Inizialmente, Alex Cotoia era stato condannato a sei anni e due mesi di reclusione, ma la Cassazione ha annullato quella sentenza, aprendo la strada a un nuovo processo. La decisione finale ha confermato l’assoluzione del giovane, chiudendo un capitolo difficile e doloroso per la famiglia. Questo caso solleva importanti questioni legate alla violenza domestica e alla percezione del pericolo, evidenziando quanto possa essere complessa la distinzione tra difesa e aggressione in situazioni di conflitto familiare.

Con la conclusione di questo caso, Alex Cotoia ha anche ottenuto un cambio di cognome, segnando così una nuova fase della sua vita, lontano da un passato segnato dalla violenza e dalla sofferenza.