Entrambi soci della Cooperativa ExEat, amanti della vita semplice, dei rapporti interpersonali e soprattutto della montagna, hanno lasciato le “vite da valle” per buttarsi appieno in questa esperienza ad alta quota: non è una fuga , non è la ricerca di un’esperienza romantica ma una sfida economica e culturale . Mosè e Polo infatti lavorano quotidianamente per la valorizzazione del lavoro e la creazione di occupazione attraverso l’ inserimento lavorativo di ragazzi con disabilità attraverso percorsi formativi e lavorativi della durata di un week-end o di una o due settimane con l’obiettivo di attivare uno o due inserimenti entro l’estate 2025. Il loro impegno non si ferma qui: il Rifugio in questi anni è diventato uno spazio di socializzazione e arricchimento culturale attraverso la valorizzazione di materie prime e prodotti a Km0, privilegiando produttori locali che si ispirano a principi etici, e che hanno come priorità il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. E, non da ultimo, Mosè e Paolo hanno lavorato per creare un rifugio ad impatto zero , premiato da Legambiente nel 2024 con il riconoscimento della bandiera verde come progetto in quota innovativo: il solo approvvigionamento con elicottero è effettuato a inizio stagione, la struttura è alimentata esclusivamente da energia rinnovabile e tutti gli ospiti hanno la possibilità di partecipare all’iniziativa “ a tutta soma ” (per ogni chilogrammo di merce trasportata i gestori fanno uno sconto di un euro sul pernottamento struttura o per il pranzo).
“La cosa che affascina di più del nostro rifugio è che è immerso nella natura, permette davvero di vivere le emozioni dell’ambiente. Proprio per questo, e per il fatto che non è una meta molto affollata, si presta ad attivare relazioni, a creare sinergie. Noi siamo i primi a intavolare con piacere delle belle chiacchierate con gli escursionisti che ci vengono a trovare, non li trattiamo cioè semplicemente come clienti. Non vogliamo dire che diventiamo amici con tutti, ma che il nostro impegno e il nostro obiettivo è di farli sentire a casa.
Crediamo che quel che resta di più agli avventori del rifugio sia il clima semplice e genuino che si respira. L’ aspetto umano è quello che, a esser sinceri, dà più soddisfazioni anche a noi che ci lavoriamo. Questo è un luogo in cui le persone si sentono a casa e, allo stesso tempo, sentono che stanno viaggiando. Incontrano tante altre persone e tante storie diverse. È un luogo dove le persone possono rigenerarsi. “
La valorizzazione della biodiversità e della diversità sociale, così come la valorizzazione delle relazioni, messe al centro del progetto economico, fanno di questo rifugio – grazie alla volontà e agli sforzi di Mosè e Paolo – un esempio concreto di economia vegetale!
Per chi è interessato al progetto, o semplicemente ad una bella camminata immersa nella natura: https://rifugioalpebonze.com/