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Alpi cuneesi, speleologo intrappolato in una grotta da ore: complesse le operazioni di salvataggio

speleologo intrappolato

Intrappolato da un distacco di rocce nell’Abisso Paperino, speleologo ferito: soccorsi impegnati sulle Alpi cuneesi.

Ore di apprensione sulle Alpi cuneesi, dove uno speleologo è rimasto intrappolato all’interno di una grotta durante un’esplorazione. Sul posto sono intervenute le squadre del Soccorso Alpino, impegnate in un’operazione di salvataggio complessa e delicata.

Alpi cuneesi, speleologo intrappolato in una grotta profonda

Un grave incidente si è verificato nell’Abisso Paperino, una profonda cavità sotterranea situata sulla Colla Termini, nell’area dell’Alpe degli Stanti, tra le valli Tanaro e Corsaglia, in provincia di Cuneo.

Durante un’esplorazione speleologica condotta da un gruppo di appassionati, un uomo è stato colpito da un improvviso distacco di rocce che lo ha bloccato a circa 170 metri di profondità. L’uomo, soccorso dai compagni che hanno immediatamente allertato il numero unico 112, è stato raggiunto dai tecnici della Prima Delegazione di Soccorso Speleologico del CNSAS Piemonte, intervenuti con rapidità e professionalità.

Le sue condizioni, pur gravi, sembrerebbero attualmente stabili. La grotta, lunga 1700 metri e ricca di passaggi stretti e pozzi verticali – alcuni dai nomi evocativi come “Nonna Papera” e “Rockerduck” – si sta rivelando estremamente impegnativa per i soccorritori.

Alpi cuneesi, speleologo intrappolato in una grotta profonda: soccorsi al lavoro da ore

Il recupero del ferito richiede un’operazione delicata e altamente tecnica. Le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico, dotate di strumentazioni specifiche per ambienti ipogei, stanno lavorando senza sosta per mettere in sicurezza i tratti ostruiti e procedere alla disostruzione dei cunicoli danneggiati dal crollo.

Il trasporto in barella del paziente, che è stato stabilizzato e assistito da un sanitario esperto, risulta particolarmente complesso a causa degli spazi angusti, della profondità e dell’instabilità del terreno. L’impossibilità di impiegare mezzi rapidi per l’evacuazione e le difficoltà di monitoraggio continuo delle condizioni cliniche durante l’estrazione rendono l’operazione ancora più delicata.

I tempi per riportare lo speleologo in superficie potrebbero estendersi per molte ore, se non giorni. Intanto, un sistema di comunicazione è stato installato lungo il percorso sotterraneo per mantenere il contatto con il campo base all’esterno, situato a 1864 metri di quota.