La cornice suggestiva è la Casa dell’architettura. Immersi fra i giardini all’aperto, al crepuscolo, la degustazione dei calici di Valpolicella è ormai diventata un appuntamento fisso per Roma. Parliamo di Amarone in Capitale. “Roma è tra le principali destinazioni italiane dei nostri vini di punta – commenta il presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini – e in particolare dell’Amarone che, oltre a rappresentare un fil rouge tra Verona e la capitale, riflette la passione consolidata dei romani per il grande vino rosso veneto”. “Organizzato nell’ambito del programma “Quality Heritage of Europe”, un progetto promosso dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella e dal Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano e cofinanziato dall’Unione Europea, l’obiettivo è aumentare la consapevolezza dei consumatori europei sui benefici dei prodotti agroalimentari di qualità, in particolare quelli a marchio Dop e Igp. “Per il terzo anno consecutivo organizziamo questa iniziativa a Roma. Quest’anno fra l’altro come Consorzio compiamo 100 anni dalla nostra nascita in Valpolicella. Una curiosità: il Consorzio ha più storia dell’Amarone. Infatti, noi come Consorzio nasciamo nel 1925 con il Recioto e il Valpolicella, mentre l’Amarone nasce negli anni Cinquanta”, spiega ancora Marchesini. Il menu della cena è degno delle migliori occasioni: fra le portate principali più deliziose segnaliamo gli gnocchetti al ragu bianco, i ravioli con punte d’asparagi, pachino e guanciale amatriciano mantecati con Parmigiano Reggiano Dop e, ancora, lo stracotto di manzo all’Amarone della Valpolicella Docg con pane croccante e crumble alle erbe. E’ vero, Amarone in Capitale si conferma un appuntamento imperdibile per i wine lovers, curiosi di un’esperienza sensoriale unica alla scoperta del Re della Valpolicella ma non solo. Prima della cena, l’apertura dei banchi di mescita, sono infatti un’occasione per degustare, alla presenza dei produttori locali – Aldegheri; Corte Saibante; Domini Veneti; Flatio; Lavarini; Pasqua Vini; Provolo; Rubinelli Vajol; Secondo Marco; Torre di Terzolan e Zymè di Celestino Gaspari – anche gli altri vini della Valpolicella. “Siamo qui per raccontare la nostra storia, condividere le nostre passioni e degustare le nostre ultime annate, frutto di un impegno costante e di una passione che ci guida da sempre”, afferma Enrico Aldegheri, 25 anni, in rappresentanza delle Cantine Aldegheri https://www.cantinealdegheri.com/ . Lui, Enrico, da buon veneto, pragmatico, subito dopo il Diploma conseguito dai Salesiani a Verona, cambia vita e si dedica all’azienda di famiglia dove oggi si occupa di relazioni commerciali. La stessa passione non manca e si percepisce chiaramente nelle parole e nel racconto di Roberta Previdi, titolare della Torre di Terrzolan (https://www.torrediterzolan.it/ ). Architetto di formazione, negli anni ’90 Roberta prende in mano l’eredità di famiglia, la storica villa di Torre di Terzolan dove nel 1300, gli Scaligeri, ovvero I Della Scala, una delle signorie più potenti d’ Italia avevano la loro tenuta di caccia. Il suo racconto ci trasporta nella Val Squaranto, un territorio incontaminato. “Boschi, ulivi, prati e una bellissima biodiversità, rendono questo posto unico e ideale per la coltivazione delle uve del territorio, vigne ben esposte e ventilate poste in alta collina, ai margini dei Monti Lessini”. Anche lei, come Enrico, oggi si trova qui, a Roma, nella casa degli architetti, per parlare di vino, patrimonio enogastronomico, meraviglie e bellezza di un territorio. Una storia di qualità, che ha già “sedotto” la Città eterna dove, non a caso, l’Amarone vale l’ 8,5% del mercato italiano. Il re della Valpolicella, dunque, conquista Roma.