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Ancora un reporter ucciso a Gaza, la guerra perde i testimoni

Milano, 25 lug. (askanews) – Un cameraman di una stazione televisiva locale è rimasto ucciso insieme ad altri palestionesi in un attacco israeliano in un campo per sfollati presso lo stadio Yarmouk di Gaza. Si chiamava Adam Abu Harbid l’ennesima vittima della guerra nella Striscia. In quasi due anni di conflitto le operazioni israeliane a Gaza hanno causato la morte di oltre 200 giornalisti palestinesi, come hanno ricordato le agenzie di stampa Associated Press, France Presse, Reuters e la Bbc che hanno diffuso una dichiarazione congiunta per esprimere “profonda preoccupazione” per le condizioni dei loro giornalisti nell’enclave palestinese sotto attacco, ora anche indeboliti dalla fame.

“Non siamo più in grado di fare il nostro lavoro di giornalisti. Pensiamo solo a mangiare e a procurarci del cibo. Abbiamo molte responsabilità. Siamo in debito con le nostre famiglie. Hanno mangiato? Hanno del cibo? Hanno qualcosa?”, racconta da Khan Younis il giornalista palestinese Abd Raouf Shaat, che lavora per la France Presse. “Qui a Gaza abbiamo perso la nostra sicurezza e la nostra umanità. Abbiamo perso tutto”, aggiunge.

Le testate internazionali chiedono a Israele che sia consentito ai reporter di entrare ed uscire dalla Striscia. Israele non ammette l’ingresso della stampa internazionale e solo loro possono raccontare quanto accade. Il rischio, oltre alla vita dei reporter, come di chiunque viva nella Striscia, è che senza il loro contributo si spengano del tutto i riflettori sulla tragedia di Gaza.