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Andrea Sempio, "Ho fatto cose brutte": gli indizi che cambiano l'inchiesta

Andrea Sempio: "Ho fatto cose brutte"

Andrea Sempio, "Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare": quegli indizi che lo incastrano

Stanno emergendo nuovi indizi che che potrebbero cambiare il corso dell’inchiesta, nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Gli inquirenti sono persuasi del fatto che Andrea Sempio fosse presente nella villetta di via Pascoli al momento del delitto. A riprova, un’impronta repertata come “traccia di interesse dattiloscopico” e associata al numero 33. Non si tratta però dell’unica prova in possesso dell’accusa.

Gli indizi contro Andrea Sempio in possesso dell’accusa

A questa si aggiungono altri elementi, come le tracce di Dna rinvenute sotto le unghie della vittima e una serie di bigliettini scritti da Sempio, buttati nella spazzatura e recuperati dai carabinieri. In quegli appunti Sempio annotava ancora, a distanza di anni, i suoi movimenti nel giorno dell’omicidio. Tra i bigliettini, uno in particolare contiene una frase che ha attirato l’attenzione degli investigatori: “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”. Sebbene non ci sia un riferimento diretto al delitto, per gli inquirenti si tratterebbe di un indizio significativo. Gli scritti saranno ora analizzati dagli esperti del Reparto analisi criminologiche del Racis di Roma. Inoltre, l’alibi che si basa su uno scontrino del parcheggio risulterebbe falso, e rimane da chiarire anche il perché di uno strano malore avuto da Sempio durante un interrogatorio che che potrebbe avere importanza per le indagini.

Il presunto malore

Questo presunto malore di Andrea Sempio si sarebbe verificato il 4 ottobre 2008, il giorno in cui presentò lo scontrino del parcheggio datato 13 agosto 2007, usato come alibi. I pm Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza hanno individuato un dettaglio finora ignoto relativo al secondo interrogatorio. Quel giorno, Sempio, allora ventenne, accusò un malore durante l’interrogatorio, per il quale era stato necessario l’intervento di un’ambulanza, che lo soccorse per ben 40 minuti. Tuttavia, questo episodio non venne mai inserito nel verbale redatto dai carabinieri Gennaro Cassese e Flavio Devecchi. I due, che sono stati ascoltati di recente, avrebbero dichiarato di non ricordare l’episodio. La conferma arriva però dai registri del 118, che sono stati consultati dai magistrati. Un’altra testimonianza è giunta dalla madre di Sempio, che ne aveva parlato inconsapevolmente durante una delle conversazioni registrate  captata dal programma televisivo “Le Iene“.