Un episodio sconvolgente ha scosso una casa di riposo di Brooklyn: un’anziana ha colpito e ucciso con il pedale della sedia a rotelle la sua compagna di stanza, una donna sopravvissuta all’Olocausto, causandone la morte. Tra le due donne erano emersi attriti nelle settimane precedenti, culminati in un tragico confronto.
Anziana colpisce la compagna di stanza sopravvissuta all’Olocausto: il tragico gesto fatale
Un improvviso e feroce gesto ha interrotto la tranquillità del Seagate Rehabilitation and Nursing Center di Coney Island, Brooklyn. Galina Smirnova, 95 anni e affetta da demenza, ha utilizzato il pedale della propria sedia a rotelle per colpire ripetutamente alla testa la compagna di stanza, Nina Kravtsov, 89 anni e sopravvissuta all’Olocausto.
L’aggressione è avvenuta nel cuore della notte, trasformando una normale routine notturna in una scena di violenza estrema: la stanza era ricoperta di sangue, uno dei pedali è stato trovato sul pavimento, mentre l’altro era stato gettato dalla finestra. Secondo quanto riportato dai funzionari, al momento dell’arrivo degli operatori sanitari, nessuna delle due donne era cosciente.
Notte di violenza in casa di riposo: uccide compagna di stanza (sopravvissuta all’Olocausto)
Smirnova, giunta nella struttura appena due giorni prima, è stata formalmente incriminata per omicidio e possesso di armi e sarà trattenuta nel reparto carcerario del Bellevue Hospital. Il suo avvocato, Erin Darcy, ha sottolineato le difficoltà legate all’età e alle condizioni di salute della donna, auspicando una futura richiesta di cauzione.
La vittima, Nina Kravtsov, aveva attraversato i capitoli più bui della storia, sopravvivendo ai campi di concentramento e dedicandosi con devozione alla famiglia: sua figlia Lucy Flom ricorda una madre affettuosa, resiliente e profondamente premurosa, che aveva fatto enormi sacrifici per garantire un futuro migliore ai propri figli.
“Era una madre single. Mi ha avuto quando aveva 18 anni. È venuta qui per darmi una buona istruzione. Era una madre molto devota”.
La tragedia ha così strappato alla vita una donna che aveva già affrontato l’orrore e le privazioni, lasciando un vuoto profondo tra chi la conosceva e amava.