Un attentato a Gerusalemme ha causato un morto e tre feriti, mentre un raid israeliano nel campo profughi palestinese di Ain al-Helweh, nel sud del Libano, ha provocato almeno 13 vittime. Gli episodi avvenuti nelle ultime ore aumentano la tensione, tra scontri armati e operazioni militari mirate.
Cresce il bilancio delle vittime nel sud del Libano
Il recente raid israeliano nel campo profughi palestinese di Ain al-Helweh, alla periferia di Sidone, ha provocato un aumento delle vittime. Secondo il ministero della Salute libanese, il numero dei morti è salito ad almeno 13, mentre molti altri sono stati trasportati negli ospedali vicini dalle ambulanze ancora operative.
L’attacco, riferisce l’agenzia statale National News Agency, ha colpito inizialmente un’automobile nei pressi della moschea Khalid bin al-Walid e successivamente ha interessato anche la struttura religiosa e un centro adiacente con lo stesso nome.
L’esercito israeliano ha dichiarato che il raid mirava a un complesso utilizzato da miliziani di Hamas per addestramenti e pianificazione di attacchi contro Israele.
Attentato a Gerusalemme: morti e feriti, aggressori neutralizzati
Parallelamente, un attacco a Gush Etzion, a sud di Gerusalemme, ha causato la morte di un cittadino israeliano di 30 anni, mentre una donna di 40 anni e due altri individui hanno riportato ferite di varia gravità. Due aggressori, entrambi diciottenni identificati come Imran al-Atrash e Walid Sabarneh, sono stati neutralizzati dalle forze di sicurezza.
Sul fronte diplomatico, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione statunitense sul piano di pace per Gaza, autorizzando una forza internazionale di stabilizzazione con compiti di disarmo di Hamas.
Contestualmente, l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff in queste ore incontrerà a Istanbul il dirigente di Hamas Khalil al-Hayya per discutere il mantenimento del cessate il fuoco nell’enclave palestinese.