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Aviaria negli Stati Uniti, l'infezione minaccia la salute dei bambini: l'allarme degli esperti

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Il virus H5N1 si diffonde tra i mammiferi, inclusi i bovini negli USA, alimentando timori per una pandemia imminente. L'allarme è alto.

L’influenza aviaria H5N1 sta facendo segnare un preoccupante passo avanti nella sua diffusione, estendendosi ora anche ai mammiferi, tra cui i bovini negli Stati Uniti. Sebbene non abbia ancora sviluppato la capacità di trasmettersi facilmente tra gli esseri umani, la sua evoluzione e adattamento a nuove specie pongono gravi interrogativi sulla possibilità di una futura pandemia.

La comunità internazionale, nonostante le lezioni apprese dalla pandemia di Covid-19, appare ancora mal preparata ad affrontare una minaccia globale di questa portata. L’allarme è sempre più forte.

Emergenza aviaria negli Stati Uniti, bambini a rischio: numeri da pandemia

Gli Stati Uniti sono stati nuovamente al centro dell’attenzione per la crescente minaccia dei virus. Secondo quanto riportato dai Centers for Disease Control and Prevention, la stagione influenzale appena trascorsa è stata una delle più gravi dal 2017-2018, con un impatto devastante sulla popolazione.

Si stima che 47 milioni di americani siano stati colpiti dall’influenza, con circa 610.000 ricoveri e 26.000 decessi, tra cui 216 bambini. Ma non è tutto: il Global Virus Network, che riunisce oltre ottanta centri di eccellenza in virologia in 40 paesi, ha sottolineato l’urgenza di intensificare gli sforzi per combattere l’epidemia di influenza aviaria H5N1, che perdura da un anno, e per monitorare il rischio di una pandemia tra gli esseri umani.

Emergenza aviaria negli Stati Uniti, bambini a rischio: l’allarme degli esperti

Un’analisi pubblicata su The Lancet Regional Health—Americas ha descritto l’epidemia in Nord America, segnalando quasi mille mandrie di vacche da latte colpite e oltre settanta casi umani, incluso il primo decesso confermato negli Stati Uniti. Gli esperti hanno evidenziato che l’influenza aviaria altamente patogena ha ormai interessato tutti e cinquanta gli stati degli Stati Uniti e il Canada, con la perdita o l’abbattimento di oltre 168 milioni di polli dal 2022.

Gli scienziati hanno esortato l’amministrazione americana, sia sotto la presidenza Trump che quella Biden, a un intervento più deciso per fermare la diffusione dell’aviaria e a promuovere una risposta coordinata a livello globale contro la minaccia di una possibile pandemia.

“Sebbene la trasmissione da persona a persona non sia ancora documentata, mutazioni e riassortimenti virali potrebbero incrementare la trasmissibilità“.

Secondo Marion Koopmans, virologa dell’Erasmus Medical Centre e coautrice di uno studio su The Lancet, al momento il rischio per la popolazione generale resta basso, poiché il virus non si trasmette tra esseri umani. Tuttavia, ha avvertito che la situazione potrebbe cambiare rapidamente qualora il virus mutasse continuando a circolare tra i mammiferi, aprendo la strada a un potenziale scenario pandemico.

Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha commentato l’allarme lanciato dal Global Virus Network sui rischi pandemici dell’aviaria, sottolineando la persistente contrapposizione tra la scienza e l’amministrazione Trump, che sembra non voler affrontare adeguatamente le malattie infettive.

“Un richiamo, quello degli scienziati sui rischi pandemici dell’aviaria, che ricorda che si deve fare di più sulla sorveglianza, sulle terapie, sui vaccini. E l’Europa deve dire e fare di più anche vicariando il ruolo che per anni è stato degli Usa”.