Lo Stato Islamico ha recentemente lanciato nuove minacce contro il Belgio, mentre celebra l’attacco di domenica scorsa a Bondi Beach, in Australia, che ha causato 15 morti. L’episodio mette in luce la capacità dell’organizzazione jihadista di sfruttare la propaganda e le reti internazionali, mantenendo attiva la minaccia globale.
Strage Bondi Beach: preparazione e legami internazionali degli attentatori
Secondo quanto emerso dalle indagini, e come riportato dall’Adnkronos, gli attentatori di Bondi Beach hanno trascorso alcune settimane a novembre in un albergo economico di Davao City, nelle Filippine meridionali. Il manager del Gv Hotel, struttura a basso costo dove una stanza per due persone costa 15 dollari a notte, ha raccontato a MindaNews che Sajid e Naveed Akram — padre e figlio responsabili dell’attacco — “sono rimasti quasi sempre in stanza, il massimo che sono stati fuori è stata un’ora“. La prenotazione veniva confermata settimana per settimana e il pagamento effettuato in contanti.
Le autorità australiane hanno riportato che i due attentatori si erano recati nelle Filippine per ricevere un “addestramento di tipo militare” da gruppi affiliati all’ISIS. Tuttavia, le autorità filippine hanno contestato queste ricostruzioni, definendole prive di fondamento e “fuorvianti”.
“Ora tocca al Belgio”: l’ISIS esalta la strage di Bondi Beach e lancia una nuova minaccia
Lo Stato Islamico ha rivolto nuove minacce contro il Belgio, dopo aver elogiato l’attacco avvenuto domenica scorsa in Australia. Nel suo bollettino settimanale Al-Naba, l’organizzazione jihadista ha elogiato le azioni compiute nei territori dei cosiddetti “miscredenti”, sottolineando come “nessuna di esse è immune da scetticismo e distorsioni mediatiche, indipendentemente dal fatto che l’organizzazione terroristica le rivendichi ufficialmente“. Il testo osserva che l’ISIS può anche limitarsi a lodare un’azione o mantenere un silenzio strategico, “lasciando il nemico confuso e indeciso“.
In particolare, l’attacco a Bondi Beach è descritto come “fonte di orgoglio” e avvenuto in “un momento in cui i crociati celebrano le loro feste pagane“. Il bollettino prosegue sottolineando che si tratta di un monito: “il jihad continua e non si fermerà mai, per quanto apparente possa sembrare la debolezza dello Stato Islamico. Il jihad rimane vivo nei cuori dei credenti fino al Giorno del Giudizio“.