Questa notte, a Benevento, un uomo ha ammesso quello che fino a poche ore fa era solo un orrore sospeso tra sospetti e ipotesi.
Salvatore Ocone, 58 anni, di Paupisi, davanti al procuratore Gianfranco Scarfò ha pronunciato poche parole. «Sì, li ho uccisi». Lo ha riferito lo stesso magistrato, in una dichiarazione rapida ai giornalisti accalcati fuori dalla caserma dei carabinieri di Campobasso.
Uccide moglie e figlio Benevento, la confessione nella notte
L’uomo uccide moglie e figlio, succede nella zona di Benevento. L’interrogatorio è durato un’ora e mezza. Presente il suo avvocato d’ufficio. Dentro, l’uomo parlava, fuori la tensione si tagliava. I cronisti annotavano ogni dettaglio, perfino la luce accesa al primo piano, come se potesse dire qualcosa.
Secondo quanto ricostruito, Ocone avrebbe colpito la moglie Elisa Polcino, 49 anni, nel letto, forse con una pietra. La suocera, entrando in casa poche ore dopo, ha trovato il corpo senza vita. Poi la fuga, durata dodici ore, conclusa nei campi di Ferrazzano. Lo hanno visto dall’alto, un elicottero dei carabinieri ha segnalato l’auto a settanta chilometri di distanza da Paupisi. Dentro c’era il figlio di 15 anni, senza vita. Accanto, la figlia di 16, agonizzante.
Il dettaglio che più colpisce è la sequenza. Prima la madre. Poi i ragazzi, subito dopo. «Non durante la fuga» ha precisato una fonte investigativa. Niente lite improvvisa, niente inseguimento. Un gesto già consumato dentro le mura di casa.
Il procuratore Scarfò è stato cauto: «Ha confessato, ma sulle motivazioni serve tempo». Non ha voluto aggiungere altro. Nemmeno una parola in più. Troppo presto, troppo fragile l’equilibrio tra verità e rispetto per le vittime.
La figlia tra la vita e la morte, Benevento sotto shock
Mentre il padre ammetteva le proprie colpe, la figlia veniva trasferita d’urgenza dall’ospedale Cardarelli di Campobasso al Neuromed di Pozzilli. Condizioni disperate. Trauma cranico gravissimo, frattura della teca cranica, molto sangue perso. «L’intervento è durato ore» ha fatto sapere la direzione sanitaria. Prognosi riservata. Non ci sono ferite da coltello, ma il colpo è stato violento, brutale. Il prossimo bollettino medico, hanno promesso, arriverà in tarda mattinata.
Fuori dall’ospedale, parenti e amici aspettano. Una donna piangeva ieri, vicino all’ingresso, ripetendo «non è possibile, non è possibile». Non era una fonte ufficiale, certo, ma la sua voce diceva più di mille comunicati.
In paese, a Paupisi in provincia di Benevento, nessuno parla volentieri. «Era depresso» racconta un conoscente a Il Mattino, abbassando lo sguardo. «Ma chi poteva immaginare una cosa del genere?». Una vicina, intervistata da Rai News 24, ha invece ricordato i ragazzi: «Due ragazzi d’oro, sempre educati». Tutto troppo normale, fino a ieri.
Adesso resta la cronaca nuda: duplice omicidio aggravato, tentato omicidio, sequestro di persona. Ocone è stato trasferito nel carcere di Campobasso. Ma resta anche il non detto, quello che si legge tra le righe dei racconti: un uomo fragile, forse malato, che si trasforma in assassino. Un uomo che uccide la moglie e suo figlio e una comunità sconvolta ovviamente per l’accaduto.
Intanto, sui giornali e e sui media, arrivano aggiornamenti a singhiozzo. La figlia è viva, ma nessuno sa come andrà. E la domanda resta sospesa: perché? Ancora non è possibile capire le ragioni di questo terribile gesto, le indagini si stanno svolgendo.