La crescente polarizzazione sul conflitto israelo-palestinese continua a sfociare in violenze anche in Occidente. Daniele Nahum: “Serve grande mobilitazione nazionale contro l’antisemitismo”
Sull’ ANSA Guido Crosetto dice: «Noi siamo, da sempre, amici di Israele e sappiamo quanto sia profonda ancora oggi la ferita del 7 ottobre 2023 e quanto sia stata giusta, e legittima, la reazione anti-Hamas.
Ma siamo sempre stati accanto anche al popolo palestinese con sostegni economici, umanitari, diplomatici, cercando di favorire la trattativa, anche mettendo a rischio la vita dei nostri militari per portare sostegni concreti e per la pace. Verso Israele siamo rimasti amici ma siamo sempre stati giusti (per dire: non esportiamo più materiali per gli armamenti, nonostante quanto dicono alcuni) e assai chiari: la linea del governo italiano è e resta due popoli, due Stati». “Il mio è un appello contro l’antisemitismo in quanto presidente della Comunità Ebraica di Milano, ma soprattutto da cittadino italiano – dice nel video-appello -. Il mio è un appello contro l’omertà, il silenzio, la complicità (…). Auspico come italiano, come cittadino di religione ebraica, una netta presa di posizione da parte di tutti voi!».
Intanto a Milano “Israeliani sionisti non sono benvoluti qua”. È la scritta in ebraico apparsa ieri sulla vetrina di un negozio di via Statuto, nel centro di Milano. Oggi il cartello è scomparso, ne resta solo uno con scritto “stop war”, tra due razzi con le bandiere israeliana e palestinese. Le immagini della vetrina del negozio sono però circolate sui social. “Di nuovo la solita insalata dovuta o a mala fede, spesso di matrice antisemita, o a acefalite, di matrice genitoriale”, il commento su Facebook di Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ieri sulla sua pagina social ha pubblicato l’immagine del cartello sulla vetrina.
Il negoziante ha poi rimosso il cartello.
“A prescindere dalle valutazioni che ognuno di noi può dare sul conflitto mediorientale, si sta facendo passare il concetto che slogan, insulti e aggressioni fisiche contro gli ebrei siano ammissibili. La situazione – scrive in una nota il consigliere comunale di Azione Daniele Nahum – è andata fuori controllo e la società e le istituzioni devono dare una risposta. Serve una grande mobilitazione nazionale contro l’antisemitismo”.“Giravo per gli scaffali della libreria quando ho visto sui due volumi l’etichetta con su scritto ‘Questo prodotto uccide’ e con il disegno di due mani insanguinate; ho pensato subito che fosse un attacco agli ebrei e a Israele”. Non ha avuto nessun dubbio sulla natura di un gesto infame, l’avventore che la settimana scorsa in una nota libreria di Milano ha scovato le etichette sui libri “La guerra antisemita contro l’Occidente” di Fiamma Nirenstein (Giubilei Regnani, 2025) e “Viaggio in Israele” di Isaac Bashevi Singer (Giuntina, 2025). L’uomo mi racconta in una telefonata da Gerusalemme cosa ha visto, la scritta, il QR code sotto, e l’attimo dopo in cui ha denunciato il fatto ai librai. “Sappiamo tutti quello che sta accadendo in Italia, un paese attraversato da un’ondata spaventosa di antisemitismo. Questa vicenda ne è l’ennesima conferma” mi dice. C’è condanna, indignazione, ma non c’è stupore nella sua voce: d’altra parte nei momenti in cui l’antisemitismo ha fatto piombare la Storia nell’oscurità, i libri insieme ai suoi autori sono stati sempre nel mirino di chi voleva (e chi vuole) l’eliminazione di tutti gli ebrei, delle loro idee, della cultura con cui si nutre la sua identità. E adesso la minaccia più pericolosa è tornata, il libro di Fiamma Nirenstein (scritto con il supporto di Nicoletta Tiliacos) racconta, spiega, proprio come questo male, l’antisemitismo, stia aggredendo ancora una volta l’Occidente dal 7 ottobre 2023, con l’ausilio e l’operosità di tante persone, istituzioni, atenei, di chi distorce la realtà: sulla copertina, violata con quel marchio, che è anche l’odiosa conferma di quel che Nirenstein scrive e denuncia, c’è proprio una stella ebraica che brucia. Come bruciavano i libri nei roghi contemporanei delle piazze nazifasciste e come nel 1553 a Piazza Campo de’ Fiori, nel primo giorno di Rosh Hashanà, il Capodanno ebraico, si dava alle fiamme il Talmud. Oggi i roghi si annidano altrove, nelle piazze “altre”, che i codardi nascondono dietro ai QR code, tra parole e minacce di post pieni di bugie, fra frammenti di realtà ricuciti ad arte per accusare ebrei e Israele di crimini che non hanno mai compiuto. Dietro ai volumi della libreria di Milano vi sono le persone, gli autori, due ebrei di epoche diverse, il premio Nobel Singer e Fiamma Nirenstein, una giornalista e scrittrice che da anni è costretta a vivere sotto scorta perché è sempre in prima linea nella lotta all’antisemitismo. Mettere alla gogna le idee, le parole, è un chiaro segnale di guerra ai valori di tutti noi, ma alla fine per gli odiatori è anche una battaglia persa. Sulla targa posta a Piazza Campo de’ Fiori a Roma che ricorda il rogo, vi è scritta una frase del Talmud: “I fogli bruciano, ma le lettere volano”. Le parole restano. I libri non uccidono, teniamoli vivi, è tempo di leggere.