Tra nebbia fitta, altitudini elevate e terreni impervi, ogni escursione comporta rischi che, talvolta, si trasformano in tragedie silenziose. Il ritrovamento di un cadavere in Valtellina, a oltre 2.400 metri di quota, evidenzia quanto le condizioni estreme e l’isolamento possano complicare non solo la sicurezza di chi si avventura, ma anche le operazioni di soccorso e identificazione.
Cadavere in alta quota e soccorsi bloccati dal maltempo: il tragico ritrovamento in Valtellina
Sul posto sono intervenuti i soccorritori del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Sondrio, supportati dai tecnici del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino. Tuttavia, la fitta nebbia e la scarsa visibilità hanno reso impossibile il recupero immediato della salma. Per motivi di sicurezza, la Procura di Sondrio ha disposto lo spostamento delle operazioni alla giornata di oggi, lunedì 20 ottobre.
I soccorritori erano pronti a intervenire con l’elicottero di EliSondrio, ma le condizioni meteo proibitive hanno impedito ogni rischio inutile.
Cadavere in alta quota, soccorsi bloccati dal maltempo: nessuna denuncia di scomparsa in Valtellina
Domenica 19 ottobre 2025, intorno alle 11.30, alcuni escursionisti hanno scoperto il corpo senza vita di un uomo a circa 2.400 metri di altitudine, nella zona del Passo del Barbacan, lungo il Sentiero Roma, nel comune di Val Masino (Sondrio). Secondo le prime valutazioni, la morte risalirebbe a diversi giorni prima. Al momento non è stata identificata la vittima e non risultano denunce recenti di persone scomparse nella zona, né segnalazioni dalle autorità svizzere.
Le indagini proseguono per accertare l’identità della vittima e le circostanze della sua morte.