Caso Pamela Mastropietro, il risultato della perizia

La perizia del caso Pamela Mastropietro indica che la ragazza è morta per dissanguamento a seguito di due ferite al fegato.

Gli esperti hanno depositato la perizia del caso Pamela Mastropietro: la morte è stata causata da un’eccessiva perdita di sangue, avvenuta nel giro di un quarto d’ora.

I risultati dell’autopsia

Dopo il difficile esame, dovuto alle condizioni del corpo, gli esiti dei test condotti sembrano piuttosto chiari: le ferite che hanno provocato la morte sono state le due pugnalate al fegato. Queste infatti hanno provocato una perdita di sangue esageratamente veloce, alla quale il corpo non poteva sopperire e che ha causato con ogni probabilità uno stato di choc.

Il professor Mario Cingolani, i medici legali Dora Mirtella e Roberto Scendoni ed il tossicologo Rino Froldi costituiscono lo staff di esperti che ha effettuato la perizia, tutti ricercatori dell’università degli studi di Macerata.

Le loro voci concordano: le operazioni di smembramento, dissanguamento e lavaggio alle quali sono state sottoposte le spoglie della diciottenne romana Pamela Mastropietro, hanno richiesto almeno mezza giornata ed un’accurata conoscenza dell’anatomia umana. I contorni della vicenda sembrano farsi sempre più oscuri a questo punto.

Il terribile omicidio Mastropietro

La ragazza romana Pamela Mastropietro era ospite presso una comunità di recupero nel territorio maceratese, quando lo scorso 30 gennaio decise di allontanarsi dalla struttura uscendo a piedi.

Da lì, le ipotesi confermate dagli inquirenti, raccontano di un misterioso passaggio in macchina. Qui si perdono le tracce di Pamela, il cui cadavere fatto letteralmente a pezzi verrà poi recuperato in delle valigie abbandonate su una strada ai margini della tranquilla cittadina marchigiana.

Principale indiziato è il nigeriano trentunenne Innocent Oseghale. La comunità locale è impressionata, non si erano verificati precedentemente problemi di alcun genere con la numerosa comunità extracomunitaria che risiede nella zona.

Peraltro l’accaduto si è verificato poco prima delle elezioni che hanno chiamato i cittadini italiani alle urne lo scorso 4 marzo.

La famiglia Mastropietro è allibita e chiede giustizia. A distanza di oltre due mesi ormai, i parenti non ancora hanno potuto celebrare il rito funebre che spetta alla ragazza, a Pamela. Il motivo è stato il prolungarsi delle perizie dovuto alle condizioni del corpo della vittima, ma finalmente i risultati sono arrivati.

Il supporto della comunità alla famiglia Mastropietro

Intanto, nell’attesa che la magistratura rilasci il nulla osta necessario per i funerali, la famiglia non resta ferma con le mani in mano. A Roma, prevista per il prossimo venerdì 13 aprile, è stata programmata una fiaccolata in onore della memoria di Pamela. Il percorso prevede la partenza alle ore 19 in via Saluzzo, per poi giungere in corteo in piazza Re di Roma.

“La fiaccolata nasce per tenere alta l’attenzione sulla vicenda di Pamela, da intendersi come simbolo di tutte le vittime che sono state dimenticate e che stentano ad avere giustizia” così si esprime l’avvocato Marco Valerio Verni, sottolineando la sete di giustizia dei genitori della ragazza brutalmente assassinata.

Inoltre i parenti incalzano, aggiungendo che “Vorremmo si smettesse di parlare di Pamela, come ha fatto qualcuno, come di una drogata facendo passare il messaggio che quasi se la sia andata a cercare».

Un pregiudizio diffuso e difficile da combattere, lo stigma sociale dovuto al fatto di essere stata in una comunità di recupero sembra orientato a smorzare l’attenzione su una tanto delicata vicenda.