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Di fatto, invece di concentrarsi sui singoli articoli, questo particolare approccio si focalizza su gruppi di prodotti simili (detti appunto “categorie”) che rispondono a uno stesso bisogno del consumatore.
Gli obiettivi che ci si pongono ricorrendo a questa strategia sono diversi: migliorare l’esperienza dei clienti grazie assortimenti più adeguati alle loro esigenze, aumentare le vendite e la redditività, ottimizzare la gestione degli stock, riducendo gli sprechi e migliorando i riordini grazie all’analisi dei dati, ottenere un vantaggio competitivo con un’offerta più mirata rispetto a quella della concorrenza, rendere più efficiente l’organizzazione operativa.
Nato negli anni Novanta del secolo scorso, il category management è oggi utilizzato da moltissime aziende del settore retail e nella grande distribuzione.
La gestione delle categorie pensando nell’ottica del cliente
Abbiamo detto che uno dei principali obiettivi del category management è quello di migliorare l’esperienza del cliente. In effetti, gestire una determinata categoria significa prendere in considerazione i vari prodotti legati a una specifica esigenza – come per esempio la cura della persona o la pulizia della casa ecc.– e trovare il modo migliore di proporli nel punto vendita.
Questo approccio richiede un’attenta analisi dei comportamenti di acquisto dei clienti, delle loro preferenze e, ovviamente, dei dati relativi alle vendite. Così facendo l’offerta sarà più mirata, la sistemazione dei prodotti sugli scaffali sarà più ordinata e strategica e, di conseguenza, l’esperienza d’acquisto sarà decisamente più semplice e piacevole per il consumatore.
La semplificazione nella gestione del magazzino e la riduzione degli sprechi
Se è vero che il category management migliora l’esperienza del cliente, è innegabile che abbia anche vantaggi per l’azienda. Innanzitutto un approccio di questo tipo permette di semplificare la gestione del magazzino, ridurre gli sprechi e pianificare meglio i riordini.
Come facilmente si può intuire, la semplificazione della gestione del magazzino e la diminuzione degli sprechi portano con sé sia una riduzione dei costi, sia una maggiore efficienza operativa.
Le varie categorie di prodotti vengono gestite a seconda del ruolo che hanno nei punti vendita (attirare clienti, migliorare l’immagine del brand ecc.) e, basandosi su questo, si decidono promozioni, listini, quantitativi di merce da tenere a stock ecc.
Esistono oggi software specifici per il category management che servono ad automatizzare diverse attività, rendendo il lavoro più rapido e preciso.
Category management: quale rapporto ha con la sostenibilità?
Negli ultimi anni è decisamente aumentata l’attenzione che le aziende hanno verso le tematiche di sostenibilità e sono numerose le organizzazioni che stanno collegando il category management a questo aspetto.
Analizzare le varie categorie permette in effetti anche di capire quale sia il loro impatto sull’ambiente. Conoscendo questo dato, è possibile fare scelte più responsabili dal punto di vista ambientale, come per esempio ridurre il packaging, puntare su materiali riciclabili e privilegiare fornitori che utilizzano processi produttivi sostenibili.
Per comprendere l’impatto di una categoria (ma anche di un prodotto o di un servizio) sull’ambiente si ricorre a strumenti come il Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita), uno strumento di analisi che misura l’impatto ambientale dei prodotti nel corso della loro vita, dalla produzione fino ad arrivare al loro smaltimento.
Grazie a strumenti come il Life Cycle Assessment si può migliorare l’impatto ambientale delle categorie e, di conseguenza, il category management è una strategia che, indirettamente, rende un’organizzazione più “green”.
In un’epoca in cui i consumatori sono sempre più attenti alle scelte di sostenibilità fatte dalle aziende, una corretta gestione delle categorie di prodotto può quindi aiutare in modo rilevante la crescita dell’azienda e migliorare anche la sua immagine.