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Cinema: Laura Chiatti, 'sul set diretta da mio marito Marco Bocci non ho voluto sconti'

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Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "Sono sempre stata sfavorevole a intrecciare vita privata e lavoro. Ma era un ruolo interessante, quello di Silvia, e da co-protagonista. Ho accettato, ovviamente avevo l’ansia da prestazione, paura di deludere me e lui. Invece è andato tutto bene. Confe...

Roma, 17 feb. (Adnkronos) – "Sono sempre stata sfavorevole a intrecciare vita privata e lavoro. Ma era un ruolo interessante, quello di Silvia, e da co-protagonista. Ho accettato, ovviamente avevo l’ansia da prestazione, paura di deludere me e lui. Invece è andato tutto bene. Confesso, alla fine di alcune mie scene ha detto: Ok, va bene così. E io, per paura che a me, sua moglie, facesse degli sconti, ho risposto: Non deve andare bene, ma benissimo. E ho ottenuto di rifarle. Favoritismi al contrario". A dichiararlo a 'Grazia', il settimanale diretto da Silvia Grilli in edicola, è Laura Chiatti. L'attrice, sposata con il collega marco Bocci, parla dell'esperienza insieme sul set con suo marito, regista di 'L’amore al contrario'.

"Sono così, impetuosa fino all’autolesionismo. Quest’anno compio 40 anni, ormai non cambio", spiega l'attrice umbra. Che aggiunge: "Per stare bene devo mettere i miei figli sopra a tutto. E lo avevo capito fin da ragazza, quando non ero ancora madre. Io sono mamma e attrice: a livello professionale faccio meno cose del mio compagno, che ne fa tante e di diverso tipo. E riesce a essere un padre presente". A proposito delle critiche che sovente riceve sui social, legate spesso al suo peso, Laura confida: "Sono un personaggio pubblico, ho accettato di espormi sui social, ma non per questo devo accettare tutto, anche la maleducazione".

"Non accetto di non avere, come tutti, il diritto di migliorarmi, di perdere i sette chili acquistati con due gravidanze ravvicinate, di curare di più l’alimentazione. E non accetto che mi dicano: 'Sei anoressica', oppure: 'Sei un cattivo esempio, vergognati'. Alle donne sovrappeso difficilmente si dice: 'Sei un cattivo esempio', ma a parte questo, così si manca di rispetto a chi soffre davvero di disturbi dell’alimentazione. Infine: parlate del mio corpo in tono offensivo? Vi mando al diavolo. Preferisco avere dei dissensi, che essere accettata per metà", conclude Chiatti.