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Consulta: Amato, 'rischio di finire alla gogna come partigiani politici è angoscioso'

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Milano, 6 feb. (Adnkronos) - "Creare in tempi così difficili di politica radicalizzata e di rischio per le corti, se superano il confine di essere immediatamente messe alla gogna come partigiane politiche, è un tema angoscioso ed è una difficoltà di fronte alla quale...

Milano, 6 feb. (Adnkronos) – "Creare in tempi così difficili di politica radicalizzata e di rischio per le corti, se superano il confine di essere immediatamente messe alla gogna come partigiane politiche, è un tema angoscioso ed è una difficoltà di fronte alla quale ci siamo trovati e davanti alle quali sono convinto che la Corte ha fatto o fa il possibile per raggiungere il massimo di ciò che può fare".

Lo afferma il presidente emerito della Consulta Giuliano Amato durante la presentazione, al Palazzo di giustizia di Milano, del suo libro 'Storie di diritti e di democrazia – la Corte costituzionale nella società' scritto con Donatella Stasio ed edito da Feltrinelli.

"E' davanti a queste situazioni che i giudici delle corti Costituzionali più diverse dicono ai cittadini 'non ci lasciate soli, non permettete che veniamo etichettate per quello che non siamo' perché se la Corte poi perde la sua legittimazione il sistema democratico ha perso un'istituzione fondamentale" aggiunge l'ex presidente del Consiglio che tratteggia il difficile equilibrio con il potere politico. Amato ricorda i suoi 18 anni in Parlamento e di come – rispetto a quello che "un certo qualunquismo nazionale" pensa – "sia difficile decidere in Parlamento su questioni di alta rilevanza etica", più di quanto non lo sia per i giudici perché il parlamentare "risponde a un elettorato che, in genere, è collocato su una parte sola" e quindi in questioni etiche come il fine vita la scelta diventa "difficilissima. Da noi – spiega il presidente emerito della Consulta – arriva il caso e dobbiamo decidere. Il Parlamento si può fermare su quelle due posizioni, le corti e i giudici devono decidere".

La direttrice recente è quella di mettere paletti e un tempo stabilito per consentire di provare a legiferare. "Abbiamo portato la Corte al massimo di ciò che poteva fare, senza superare il confine dell'area che tocca al Parlamento cercando di creare un’interazione: io fino a qui ci posso arrivare, però, poi il resto ce lo devi mettere tu. Allora ecco la tecnica utilizzata: in un'udienza dico il punto a cui potrei arrivare e poi sospendo il giudizio per un anno, questo si può fare. Non è postergare l'efficace della decisione, ma solo postergare il giudizio" sottolinea. "Occorrerebbe un'interazione più forte ed efficace, questo è il punto. Quando questa interazione non c’è si finisce sempre insoddisfatti. Sono corresponsabile della decisione sul suicidio assistito e credo che abbiamo adottato una giusta decisione, ma sento la responsabilità della difficoltà che questa decisione ha per essere applicata, perché manca ciò che ci deve mettere ancora il Parlamento" conclude Giuliano Amato.