Oltre 400 attivisti provenienti da tutto il mondo, tra cui la giovane svedese Greta Thunberg, sono stati arrestati in acque internazionali durante la missione della Global Sumud Flotilla, volta a portare aiuti umanitari a Gaza e a sfidare il blocco navale imposto da Israele. Le testimonianze denunciano condizioni di detenzione durissime, tra privazioni di cibo e acqua e vessazioni fisiche e psicologiche.
Rientro a Istanbul e testimonianze degli attivisti della Flotilla
Nel pomeriggio di sabato, 137 dei più di quattrocento partecipanti alla missione umanitaria Global Sumud Flotilla sono atterrati a Istanbul dopo essere stati rimpatriati da Israele. Gli attivisti, provenienti da diversi Paesi – tra cui Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Turchia, Svezia e numerosi Stati del Medio Oriente e del Nord Africa – avevano tentato di rompere il blocco navale imposto da Israele alla Striscia di Gaza. Dopo l’intercettazione delle imbarcazioni, avvenuta in acque internazionali, i partecipanti erano stati condotti al porto di Ashdod e successivamente trasferiti nel carcere di Ketziot, situato nel deserto del Negev.
Una volta rientrati, molti di loro hanno denunciato condizioni di detenzione estremamente dure. Il giornalista italiano Lorenzo D’Agostino ha raccontato:
“Ci hanno portato a terra e, una volta lì, si sono comportati come un gruppo terroristico. Siamo stati presi a calci. Siamo rimasti senza acqua potabile per oltre due giorni. In generale, hanno colto ogni occasione per umiliare chiunque di noi”.
Ha inoltre ricordato la visita del ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, presente al porto di Ashdod “per assicurarsi che fossimo trattati come terroristi perché pensava che lo fossimo”.
Dichiarazioni analoghe sono giunte anche da altri membri della Flotilla: alcuni hanno riferito di essere stati lasciati “senza acqua e cibo”, costretti “ad attendere ore sotto il sole” e di essere stati svegliati di continuo “per impedirci di dormire”.
“Costretta a baciare la bandiera”: la detenzione di Greta Thunberg in Israele
Tra i membri ancora trattenuti in Israele figura l’attivista svedese Greta Thunberg, arrestata insieme al resto dell’equipaggio. Secondo quanto riportato dal Guardian, che ha avuto accesso a una comunicazione del ministero degli Esteri svedese, la giovane avrebbe denunciato condizioni di detenzione disumane.
Un funzionario dell’ambasciata che ha potuto incontrarla ha riferito che “Thunberg ha raccontato di essere disidratata e di non aver ricevuto abbastanza cibo. Ha anche riferito di aver sviluppato eruzioni cutanee, probabilmente a causa delle cimici dei letti. Ha parlato di trattamenti inumani e ha detto di essere rimasta seduta per ore su superfici dure”.
Ersin Celik, giornalista turco, ha dichiarato alla CNN Turk che Greta Thunberg “l’hanno tormentata e trascinata a terra, e poi l’hanno costretta a baciare la bandiera israeliana. Greta è solo una bambina”.
I legali che assistono gli attivisti hanno confermato la scarsità di viveri e la mancanza di assistenza, sottolineando che gli arrestati sarebbero rimasti “per ore senza cibo né acqua, fatta eccezione per un pacchetto di patatine”. Alcuni avvocati e parlamentari rientrati in Italia hanno inoltre denunciato insulti e atteggiamenti ostili da parte dei passeggeri israeliani, che in aeroporto avrebbero gridato frasi come “Friends of Greta of my ass” o “Dovevate tornare a nuoto”.
Nonostante le numerose richieste di chiarimento, né il Servizio Penitenziario Israeliano né le autorità militari hanno rilasciato commenti ufficiali.