Covid a Bergamo, Chiappani: "Sul rapporto Oms ci hanno raccontato versioni diverse e incongruenze"

Il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, ha spiegato che sono state raccontate diverse versioni per quanto riguarda il rapporto dell'Oms.

Il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani, ha spiegato che sono state raccontate diverse versioni per quanto riguarda il rapporto dell’Oms.

Ci sono tante incongruenze nei racconti, ma il ministro Speranza potrebbe non rischiare nulla. 

Covid a Bergamo, Chiappani: “Non ci sono elementi per alcuna contestazione al ministro”

Nella vicenda del rapporto dell’Oms, pubblicato e poi ritirato ad inizio pandemia, vi è un’unica certezza, ovvero la scomparsa di quel documento. Un documento che a maggio 2020 criticava duramente la gestione della prima fase della pandemia in Italia. Antonio Chiappani, procuratore di Bergamo, ha dichiarato al Corriere che “non ci sono elementi per alcuna contestazione nei confronti del ministro“.

Il ministro Roberto Speranza era intervenuto per far rimuovere il rapporto? Lui ha negato, ma da alcune chat con Silvio Brusaferro sembrava molto interessato al documento. “La verità è che ci sono molte incongruenze che riguardano più versioni date da più soggetti” ha spiegato il procuratore. “Abbiamo rilevato molte incongruenze nelle parole di tante persone sentite. Adesso ci sono valutazioni da fare e migliaia di documenti da verificare, comprese le trascrizioni dei messaggi scambiati” ha aggiunto Chiappani

Covid a Bergamo, Chiappani: “Ci si è mossi con una gestione non programmata della crisi”

Noi cercavamo e cerchiamo di capire qual è stata la prima risposta delle autorità sanitarie alla pandemia. Se ci sono stati errori, omissioni o comportamenti sbagliati. E siamo incappati nella mancanza di aggiornamento del Piano pandemico. Più in generale direi che è stata saltata la fase ‘pre pandemica’ e ci si è mossi con una gestione non programmata della crisi” ha dichiarato Antonio Chiappani. L’applicazione di un piano pandemico avrebbe potuto aiutare, ma il procuratore ha spiegato che per capirlo realmente hanno chiesto una consulenza al professor Andrea Crisanti.

Vedremo cosa ci dirà Crisanti, ma credo che su questo ogni valutazione riguarderà l’apparato tecnico della nostra sanità, non quello politico” ha spiegato Chiappani. “Io dico che c’è stata una grande sottovalutazione del rischio, non aggiungo altro” ha aggiunto. 

Covid a Bergamo, Chiappani: “La giurisprudenza non riconosce il reato di epidemia colposa omissiva”

L’aggiornamento del piano pandemico potrebbe essere anche competenza della Procura di Roma. “Dipende, se lo leggo come un nesso di causalità con i troppi morti della Bergamasca, no.

Se lo considero un reato in sé allora la questione cambia” ha spiegato Chiappani, che ha sottolineato che questa strada è difficilissima e che stanno arrivando archiviazioni da tutti i tribunali italiani. “La giurisprudenza al momento non riconosce il reato di epidemia colposa omissiva” ha aggiunto. Il procuratore ha parlato anche della mancata zona rossa a Nembro e Alzano. “Abbiamo dovuto porci una domanda per rispondere a questo: il virus si sarebbe sviluppato comunque o no? La risposta non è assolutamente facile.

Il punto è trovarsi a valutare un focolaio in un contesto pandemico più grande. E la stessa cosa vale per l’ospedale di Alzano. Va tenuto conto del cluster in cui era inserito. Solo così si possono dare risposte a troppi decessi” ha concluso Chiappani