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Piano pandemico sotto inchiesta: GdF al Ministero e in Regione Lombardia

Piano pandemico inchiesta

La Finanza ha effettuato acquisizioni di documenti nelle sedi del Ministero e dell'ISS nell'ambito dell'inchiesta sul piano pandemico.

Continua l’inchiesta della procura di Bergamo impegnata a verificare se l’Italia e la Lombardia, la regione più colpita dalla prima ondata di contagi, non solo fossero dotate di un piano pandemico aggiornato ma anche se quello esistente, datato 2017 e che si ipotizza fosse stato copiato da quello del 2006 senza aggiornamenti, sia stato attuato mettendo in campo le misure previste.

Piano pandemico sotto inchiesta

A tal proposito la Guardia di Finanza ha eseguito una serie di acquisizioni in alcuni uffici del Ministero della Salute e nella sede dell’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia, prima guidato da Giulio Gallera e ora affidato a Letizia Moratti dopo il rimpasto. A disporle sono stati il procuratore Antonio Chiappani, l’aggiunto Rota e i pm titolari dell’inchiesta sulla gestione dell’epidemia di Covid nella Bergamasca.

I documenti acquisiti serviranno per capire se il piano pandemico nazionale sia stato aggiornato a dovere dopo l’allarme lanciato dall’Oms oppure se sia stato fatto un copia-incolla da quello precedente. Come è emerso da una serie di audizioni, tra cui quelle dell’attuale direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra e del ricercatore dell’Oms Francesco Zambon, si teme che possa essere valida la seconda ipotesi.

L’obiettivo è quindi quello di ricostruire chi e come abbia elaborato il piano del 2017 tramite il vaglio di bozze di stesura, ai verbali delle riunioni dei tecnici, mail degli esperti e agende con gli appuntamenti per discutere dell’argomento. Intanto la magistratura ha convocato per il 19 e 20 gennaio alcuni tecnici del Ministero guidato da Roberto Speranza come persone informate sui fatti.