Coronavirus: dalla Germania in Italia, il Sacco di Milano lo conferma

Secondo l'Ospedale Sacco di Milano, il Coronavirus sarebbe arrivato dalla Germania all'Italia e non esisterebbero ulteriori ceppi sul territorio.

Uno studio dell’Ospedale Sacco di Milano dimostra che il Coronavirus è arrivato dalla Germania in Italia.

I ricercatori hanno inoltre scoperto diverse altre informazioni molto interessanti, che ci forniscono un quadro abbastanza completo della situazione.

Coronavirus: dalla Germania all’Italia

Secondo quanto riportato dal Sacco, il ceppo del virus che continua a circolare in Italia è sempre quello di Codogno e non ve ne sono altri.

Il Covid-19 non si è affatto indebolito, come dimostra la ricerca, ma semplicemente il lockdown e il rispetto del distanziamento sociale ne ha ridotto l’incidenza. L’unico modo per poterci convivere, senza rischiare di fare passi indietro, è dunque quello di seguire le regole anti contagio.

La ricerca è stata condotta da un gruppo guidato dal Professor Massimo Galli, che finora ha sottoposto ad analisi oltre 50 sequenze complete del virus, provenienti da Regioni italiane.

“Tutte riconducono ai primi tre ceppi isolati nei pazienti di Codogno. Una fotografia che spiega, a partire da una singola introduzione, quanto sia contagioso SarsCov2 e come in questi mesi di epidemia non abbia in alcun modo perso la sua forza virale”.

Galli: “Le analisi confermano l’ipotesi”

Dall’Ospedale Sacco arriva la dimostrazione del fatto che non esiste alcun ceppo differente e più “anziano” del virus, proveniente dai comuni di Nembro e Alzano Lombardo: “Ogni sequenza di Rna virale è stata ripercorsa segnando gli errori di replicazione di SarsCov2.

Un viaggio a ritroso che termina attorno al 26 gennaio 2020, data in cui si nota il primo errore di replicazione. Questa è la giornata fatale in cui il virus arriva in Italia dalla Germania”, afferma Massimo Galli.

“Il ceppo del virus arriva a Codogno rientra in un cluster di altri simili, per quanto riguarda le sequenze ribonucleiche. Tra questi alcuni ceppi finlandesi e dell’America latina”, spiega il professore, “Quel primo ingresso è così confermato oggi dall’analisi su altri 50 ceppi, in particolare su quelli isolati nella provincia di Bergamo”.