Iscrizioni all'Università in calo causa Covid: campanello d'allarme Svimez

Università in preallarme a causa del Covid: secondo lo Svimez a rischio migliaia di iscrizioni, specie al Sud.

Le iscrizioni in Università nel 2020 sono a forte rischio calo, ne dà contezza lo Svimez in base ad uno studio che calcola in 9500 unità la diminuzione degli iscritti negli atenei italiani in totale a causa del coronavirus, di cui più della metà nel Sud Italia.

Già a fine aprile era stata diffusa la notizia sulla probabilità che 1 studente su 5 rinunciasse a immatricolarsi negli Atenei italiani, questa volta lo Svimez entra nel dettaglio della crisi coronavirus nelle Università facendo parlare i numeri: le immatricolazioni università 2020 caleranno in maniera vistosa, 6300 iscritti in meno nel Mezzogiorno e 3200 nel resto d’Italia.

Iscrizioni all’Università in calo, il ricorso storico

Il dossier elaborato dal direttore dello Svimez, Luca Bianchi, e da Gaetano Vecchione, fornisce un quadro preoccupante sulle immatricolazione università italiane esplorando come la precedente crisi 2008-2009 percosse il sistema accademico nostrano.

Nel quinquennio 2008-2013, infatti, il Mezzogiorno ha registrato 20 mila iscritti in meno, ed un calo sostanziale si verificò anche per il Centro-Nord ma la crescita dei nuovi diplomati ha in qualche modo oscurato questo trend negativo.

Solo successivamente una parziale ripresa delle immatricolazioni meridionali ha garantito il ritorno a valori pre-crisi, nonostante ciò Svimez al sud svela la spaccatura che si è creata in questi ultimi 12 anni, con le iscrizioni università Centro-Nord Italia in netto aumento (+ 30.000 iscritti) rispetto alla decrescita delle omologhe meridionali (-12.000).

Un’altra concausa, prosegue lo studio dello Svimez, è da ricercare nell’indebolimento dei redditi delle famiglie meridionali costrette a fare i conti con un lockdown che le ha letteralmente messo in ginocchio.

Invertire il trend diminuzione iscritti

L’Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno va oltre il dato statistico, e per stigmatizzare il possibile disinvestimento al sud per colpa del coronavirus che comporterebbe una scarsa competitività nell’intero Paese, consiglia d’invertire il trend tutt’altro che positivo per le Università.

Lo Svimez individua anzitutto l’aumento della no tax area proposta dal Ministero delle Università dagli attuali 13mila euro ai 30 mila euro. Non solo, un’altra ricetta potrebbe aiutare ad uscire dalla crisi in vista della riapertura delle Università dopo il coronavirus, afferma lo stesso Svimez: “Regioni o altri ministeri possono fare la loro parte prevedendo ulteriori misure a sostegno dei giovani che intendono intraprendere la carriera universitaria” E aggiunge: “Non solo in termini di tasse universitarie ma anche di servizi agli studenti, trasporti pubblici, diritto allo studio“.