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Università dopo il coronavirus: uno studente su 5 non si iscriverà più

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Uno studente su cinque, al termine dell'emergenza coronavirus, non si iscriverà più all'università: la ricerca.

Ci si prepara a un’università mai vista prima del coronaviurs: a causa dell’emergenza sanitaria, infatti, gli esami si svolgeranno online e i test di ingresso avverranno direttamente da casa. Un dramma quello scolastico e soprattutto accademico che risentirà non poco dell’incidenza del Covid-19. Una ricerca, infatti, ah rivelato che uno studente su cinque – al termine della pandemia – non si iscriverà più negli Atenei. Seppur ridotto, questo numero preoccupa se pensiamo al fatto che in Italia sono già pochi gli studenti che proseguono gli studi dopo il liceo.

Università dopo il coronavirus

Dopo il coronavirus per le università sono previste due fasi di apertura, ma molte cose saranno diverse. A partire dalle lezioni e dagli esami che si svolgeranno sfruttando l’online e la didattica a distanza. Per quanto riguarda, invece, i test di ingresso, invece, dovrebbero svolgersi direttamente da casa. Nonostante questo capitolo non sia tra i più discussi – come invece il tema dei bambini – il ministro della Ricerca Gaetano Manfredi, in un’intervista a La Stampa, lancia un grido d’allarme.

“Temiamo che uno studente su cinque abbandoni i corsi – ha confessato il ministro -. Il rischio di un calo di immatricolazioni sarebbe un pessimo segnale per la ripartenza del Paese. Dopo la crisi del 2008 si registrò un calo del 20% delle iscrizioni alle università – ricorda Manfredi -. Ecco perché stiamo pensando di introdurre misure di sostegno economico per gli studenti”.

Il piano per “salvare” le università deve tenere conto del fatto che molte lezioni e molti esami potrebbero avvenire a distanza. Così anche le discussioni delle tesi di laurea e i festeggiamenti stessi potrebbero essere limitati.

“Dal 4 maggio – ha assicurato il ministro Manfredi – riprenderanno a pieno regime le attività di ricerca negli atenei e negli enti pubblici. Daremo la possibilità di svolgere attività individuali in laboratori, biblioteche e strutture per tirocini. Proseguirà, invece, la didattica a distanza fino a luglio“. Per quanto riguarda esami, lauree,esercitazioni, “lasceremo la possibilità agli atenei di prevedere la presenza fisica dello studente, a patto che si rispettino le prescrizioni di sicurezza sanitaria e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”.

Il piano da settembre 2020

“Ci stiamo attrezzando – conclude infine il ministro – a un eventuale ritorno del virus. Il piano che partirà a settembre prevede una soluzione mista di lezioni in aula e didattica online. Ogni ateneo dovrà redigere un piano dettagliato, con un’offerta modulare che permetta di tenere parte degli studenti a casa e parte in aula”. L’obiettivo, precisa anche Manfredi, è tornare alla didattica in aula, ma solo quando le condizioni lo permetteranno.