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Delitto di Garlasco, la nuova perizia sulle impronte sulla porta della villetta: i risultati dell’esame

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Garlasco, impronte sulla porta: i nuovi esami confermano le vecchie indagini. Ecco i risultati.

A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia ha disposto nuovi esami tecnico-scientifici per riesaminare le tracce rinvenute nella villetta di Garlasco. L’obiettivo è verificare se le moderne tecnologie possano offrire elementi inediti utili a chiarire uno dei casi più discussi della cronaca italiana. Tuttavia, i primi risultati delle analisi sulle impronte digitali sulla porta sembrano confermare integralmente quanto già emerso nelle indagini originarie.

Delitto di Garlasco: indagine riaperta, ma nessun nuovo sviluppo

L’accertamento tecnico, disposto nell’ambito dell’incidente probatorio, rientra nel tentativo di chiarire eventuali discrepanze nelle prove raccolte all’epoca dei fatti. Tuttavia, i risultati ottenuti confermano le conclusioni già note: le impronte rinvenute sono tutte attribuibili a persone la cui presenza nella villetta era già giustificata. Di conseguenza, non emergono nuovi indizi né collegamenti diretti con soggetti diversi da quelli già identificati durante le prime indagini.

Il procedimento, che si avvale oggi di strumentazioni scientifiche più moderne, rappresenta uno degli ultimi tentativi di fare luce su eventuali aspetti rimasti oscuri del delitto. Tuttavia, almeno per ora, il lavoro del perito Giovanni Di Censo non segna nessuna svolta investigativa: le analisi confermano pienamente le conclusioni formulate nel 2007, lasciando l’inchiesta ferma al punto di partenza.

Delitto di Garlasco, dalla nuova perizia la verità sulle impronte sulla porta di casa

Le più recenti verifiche tecniche disposte dal giudice nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, non hanno modificato il quadro investigativo già delineato diciotto anni fa. Il perito incaricato, come riportato dall’ANSA, ha accertato che le due impronte digitali leggibili individuate sulla porta d’ingresso della villetta appartengono rispettivamente a Marco Poggi, fratello della vittima, e a un operatore intervenuto sulla scena del crimine.

Parallelamente, lo stesso esperto ha analizzato altre sei impronte digitali trovate su una confezione di cereali avvolta nel cellophane e su un sacchetto della spazzatura, risultate tutte appartenenti alla vittima. Si tratta di tracce compatibili con l’uso quotidiano degli oggetti e con la normale presenza della giovane all’interno della casa, senza dunque introdurre elementi in grado di modificare la ricostruzione degli eventi.