Milano, 13 nov. (askanews) – Oltre mille incontri One-to-One tra imprese e private equity, 25 minuti di confronto per far scoccare la scintilla tra management e investitori. Deloitte ha tenuto la settima edizione dell’Entrepreneur Summit, che ha riunito a Milano 180 imprese e 120 fondi. L’obiettivo è stimolare la crescita del tessuto imprenditoriale, avvicinando le mid cap italiane non quotate al mondo del private equity, dei family office e delle holding di investimento.
Elio Milantoni, senior partner di Deloitte. “Le aziende hanno sempre più bisogno di avere le spalle grosse, forti e soprattutto una traccia strategica importante. I fondi possono assolutamente contribuire a questo cambiamento organizzativo e questo è l’obiettivo per cui realizziamo questo evento che permette di connettere le strategie dei fondi con le conoscenze delle aziende. L’interesse delle aziende è quello proprio dell’apertura del capitale. Ma perché l’apertura del capitale? Proprio per un percorso di accelerazione del percorso di crescita. I fondi cercano delle realtà che possono essere distintive dal punto di vista del posizionamento sul mercato, dal punto di vista del settore, dal punto di vista dei margini di crescita e quindi piattaforme per rendere le aziende, con una strategia di build up, di acquisizioni di aziende oltre che di crescita organica, che permettano sempre di più di rendere le aziende italiane leader a livello globale”.
I settori più interessanti per gli investitori sono tech, life science e healthcare. I fondi, italiani e stranieri, vantano un portafoglio complessivo di migliaia di società. E vogliono crescere ancora.
Lorenzo Parrini, senior partner di Deloitte. “Noi abbiamo organizzato questo evento dal 2019, in questi sei anni l’industria delle private equity è cresciuta in modo importante, se si pensa che c’erano circa 150 investitori oggi ce ne sono circa 240, i capitali raccolti da 3 miliardi sono passati a oltre 9, con forte presenza anche di capitali stranieri. Il numero di investimenti è cresciuto dopo il Covid e si è attestato intorno ai 300 investimenti all’anno, quindi è un’industria florida e anche con le cautele di questo momento storico c’è sicuramente un outlook positivo in questo senso. A conferma anche del trend che abbiamo registrato nel settore private equity, anche nel summit abbiamo visto un numero crescente di imprese, nel 2019 ce n’erano circa 50, quest’anno abbiamo il record di oltre 170 partecipanti, circa 120 fondi che daranno luogo a quasi 1100 one-to-one meetings, quindi una comunità molto significativa e opportunità che quindi possono derivare da questo confronto virtuoso”.
Quando devono scegliere dove investire, fa sapere Deloitte, i fondi valutano soprattutto le performance finanziarie (30%), il buy & build potenziale (30%) e il posizionamento nel mercato (20%) delle aziende target.