Denise Pipitone, Piera Maggio: "Cerchiamo giustizia, non vendetta"

La madre della piccola Denise Pipitone intervenuta a Domenica In ha parlato della scomparsa della figlia a soli 4 anni.

Cerchiamo giustizia, non vendetta, altrimenti avremmo agito diversamente.

Io continuo a chiedermi però perché tante persone abbiano voluto fare di tutto per coprire i responsabili del rapimento di una bambina”, a dirlo Piera Maggio, la madre della piccola Denise Pipitone, la bambina scomparsa nel settembre del 2004 da Mazara del Vallo a soli 4 anni. Un discorso a cuore aperto quello della madre di Denise, una donna che non cerca vendetta, ma che dopo 17 anni vuole sapere cosa sia successo alla sua bambina.

Non è mancato un commento alla vicenda che ha portato la donna ad incrociarsi con il caso di Olesya Rostova:  “Ogni segnalazione va vagliata con attenzione e quel caso, per tante analogie, meritava di essere confermato”, le parole della donna presente alla trasmissione insieme al legale Giacomo Frazzitta e al compagno Pietro Pulizzi. 

Piera Maggio a Domenica In 

Nella puntata di Domenica In del 25 aprile, Piera Maggio è intervenuta in qualità di ospite insieme al compagno Pietro Pulizzi e all’avvocato Giacomo Frazzitta.

La donna durante il suo discorso ha fatto un ampio bilancio commentando tra l’altro la recente vicenda che la portata persino in Russia dove la famiglia di Denise si è confrontata con il caso di Olesya Rostova senza avere tuttavia gli esiti sperati: “Abbiamo chiesto il gruppo sanguigno per accelerare i tempi, se avessimo chiesto alla Procura di Marsala avremmo dovuto attendere due o tre mesi. Ma non mi sono voluta prestare a quel teatrino.

Ogni segnalazione riaccende la speranza nel mio cuore di mamma, ma col tempo ho imparato anche a non illudermi”, le parole di Piera Maggio. 

Altro tema trattato il processo che ha visto il coinvolgimento della sorellastra di Denise Jessica Pulizzi: “Un procuratore aveva affermato di credere nella sua colpevolezza, ma una cosa va chiarita: chi è stato assolto, è assolto […] ci sono altri sette indagati che sono stati archiviati. Le sentenze si accettano, non si commentano, anche se avremmo avuto tutto il diritto, visto che eravamo parte civile”, ha precisato il legale.