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Dichiarazioni dalla Casa Bianca, Jake Sullivan: "Quello che accade a Gaza non è un genocidio"

Jake Sullivan

Il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, parla su quanto sta accadendo nella guerra a Gaza

Gli Stati Uniti intervengono ancora una volta sulla guerra tra Israele e Hamas: il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, nel corso di un briefing, in cui ha fatto il punto sulla posizione dell’amministrazione Biden sul conflitto a Gaza, ha rilasciato nuove dichiarazioni.

Le parole di Jake Sullivan

Le parole del consigliere suonano in parte come critica e come difesa di fronte alla accuse mosse da più parti contro il governo di Tel Aviv:

«Noi crediamo che Israele possa e debba fare di più per proteggere la vita di civili innocenti, non crediamo che quello che sta succedendo a Gaza sia un genocidio».

Inoltre, il consigliere americano per la Sicurezza Nazionale, ha aggiunto:

«Lavoriamo a un cessate il fuoco e a un accordo per gli ostaggi. Il mondo dovrebbe dire a Hamas di tornare al tavolo a trattare. La soluzione dei due stati è l’unica possibile per un Israele sicuro e per un futuro ai palestinesi».

Guerra nella Striscia e l’attacco del 7 ottobre

Il gruppo terroristico, Hamas, ha come obiettivo di distruggere Israele, sottolinea Sullivan e aggiunge:

«Gli israeliani devono sopportare un peso insolito e senza precedenti in questa guerra, perché Hamas usa ospedali, scuole e altre infrastrutture civili per usi militari ed ha costruito tunnel sotto aree civili, mettendo così in civili in mezzo al fuoco».

Tuttavia, non bisogna perdere di vista che bisogna proteggere i civili innocenti:

«Per i civili palestinesi questa guerra è un inferno, il livello di morte e trauma che stanno subendo è inimmaginabile, la loro pena e sofferenza sono immense, nessun civile dovrebbe subirle».

La telefonata tra Sameh Shoukry e Antony Blinken

Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha ricevuto una telefonata dal segretario di Stato americano Antony Blinken al quale ha sottolineato:

«Le disastrose conseguenze umanitarie che colpiscono oltre 1,4 milioni di palestinesi a causa della chiusura del valico di Rafah e del protrarsi degli attacchi israeliani su larga scala».