Anche i saldi estivi rischiano di essere ‘vittima’ del Coronavirus.
Tradizionalmente in programma per i primi di luglio ma quest’anno sempre più a rischio slittamento visto il piccolo commercio agonizzante dopo oltre due mesi di blocco e la riapertura dei negozi, forse, prevista per il 18 maggio. Ed è per questo che nelle ultime ore si stanno moltiplicando i pareri di chi rileva, nel tessile, nell’abbigliamento e nel fast fashion, di lasciare i capi estivi in negozio fino almeno a settembre archiviando la stagionalità delle collezioni.
Il Coronavirus blocca i saldi?
Attilio Attilieni, presidente della Lelli Kelly, azienda alto di gamma che vende scarpe per bambine e ragazze, rileva al Corriere della Sera che bisognerà ricorrere alle svendite per far quadrare il cerchio: “Sarà forte la tentazione di ricorrere a questa estrema ratio per consentire alla distribuzione qualche forma di realizzo, anche se in perdita, per pagare la merce estiva necessaria a rinnovare l’offerta. Questo significa che la distribuzione, già in sofferenza per riuscire a pagare la merce invernale 2019, dovrà cercare incassi in perdita per pagare quello che non era riuscita fino ad allora a pagare e, in più, anche la merce primaverile obsoleta.
Chiunque può tirare le ovvie conclusioni: si tratterà di un escamotage a breve termine per cercare di sopravvivere, in perdita!”.
Per Patrizia Arienti, partner Deloitte esperta di Consumer Industry, fashion e lusso: “Fare affidamento a politiche di saldi sin da subito potrebbe non portare ai benefici sperati, ma essere solo un palliativo di breve durata, senza contare che sottoporrebbe la filiera a ulteriori stress. Molti rivenditori sono e saranno alle prese con spedizioni ritardate e poche finestre di consegna per gli ordini online.
La tensione nella supply chain è destinata a persistere anche nei prossimi mesi poiché molti rivenditori dipendono dall’approvvigionamento di prodotti da Paesi esteri, in particolar modo asiatici, e le restrizioni vigenti incidono sensibilmente sui centri di distribuzione e la logistica”.
Il futuro dell’e-commerce
Secondo gli esperti a guadagnarne di più saranno le piattaforme e-commerce: “Durante il solo mese di marzo, ha registrato trend di crescita positivi a tripla cifra sul valore degli acquisti di tutte le categorie di prodotto, soprattutto di generi alimentari, beni di prima necessità, cura della persona e farmaci senza prescrizione.
In particolare, sono i consumatori con più di 50 anni, coloro più a rischio e anche meno avvezzi all’e-commerce, che stanno facendo maggior ricorso agli acquisti online, tracciando un cambiamento di abitudini che potrebbe persistere ben oltre la fine della pandemia”.