L'Istat rivede al ribasso le stime sul Pil: -12,8% nel II trimestre

Il Pil del secondo trimestre del 2020 ha visto una contrazione del 12,8%: lo comunica l'Istat dopo aver rivisto le precedenti stime.

L’Istat ha rivisto al ribasso le stime sul Pil del secondo trimestre del 2020, quello cioè in cui l’Italia ha subito il lockdown a causa dell’emergenza sanitaria.

Secondo gli studiosi il calo del Prodotto Interno Lordo in tale periodo è stato pari al 12,8% rispetto al trimestre precedente e al 17,7% rispetto al 2019. La stima preliminare del 31 luglio parlava invece rispettivamente di 12,4% e 17,3%. Il peggioramento sia su base congiunturale che su base congiunturale è dunque pari allo 0,4%.

Istat rivede stime sul Pil

L’Istituto di Statistica ha spiegato che le cifre confermano la portata eccezionale della pandemia che ha portato a flessioni mai registrate dal 1995.

Un altro dato negativo è quello relativo alla mancata crescita dell’economia, che dal secondo trimestre del 2019 non vede un segno più (già si trattava comunque di un anemico +o,1%). Il terzo trimestre di quell’anno ha avuto infatti una crescita congiunturale nulla mentre i successivi hanno tutti avuto andamento negativo: -0,2% nell’ultimo trimestre del 2019, -5,5% nel primo del 2020 e -12,8% nel secondo.

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Se nei restanti trimestri dell’anno la variazione congiunturale del Pil fosse nulla, quella acquisita per l’intero 2020 sarebbe pari al -14,7%. Il ministro dell’Economia Gualtieri aveva però già evidenziato come la ripresa dell’attività economica da maggio potrebbe portare ad un rimbalzo.

Tra le cause che l’Istat ha addotto alla caduta del Pil vi sono l’apporto particolarmente negativo dei consumi privati e i contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte.

Anche spostandosi sulla domanda estera essa ha fornito un apporto negativo per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni.